Waste, 43.2 miliardi di dollari per una Cina libera dai rifiuti

cinarifiuti

Gestire il volume esorbitante dei rifiuti. È l’obiettivo della Repubblica popolare cinese che, in modo sempre più assennato, elabora progetti, piani e riforme. Ma è anche un bisogno emerso con ancora più vigore nel dicembre 2013, quando Pechino si è dovuta arrendere di fronte all’incapacità di amministrarne la raccolta e lo smaltimento.

Nel maggio 2012 La Commissione nazionale per lo Sviluppo e le Riforme, il ministero delle Abitazioni e dello Sviluppo urbano e rurale e il ministro per la Protezione ambientale hanno stilato il XII Piano quinquennale per lo smaltimento sicuro dei rifiuti (2011-2015). 

Lo stesso anno, ad agosto, il ministro per la Protezione ambientale ha elaborato la Technical Guide for Municipal Solid Waste che prevede l’installazione in tutte le discariche del Paese – entro il 2015 – di strutture in grado di trattare il percolato, una tra le maggiori cause d’inquinamento dell’acqua e del suolo.

Nel 2013, poi, il governo pechinese ha reso pubblici i dati riguardanti il piano di controllo e di protezione delle acque sotterranee della città, il Beijing Groundwater Protection and Pollution Control Action Plan, tornando a sottolineare la nocività del percolato e trasmettendo le misure per il trattamento delle acque reflue a livello municipale. 

E mentre il governo elabora progetti e proposte, la situazione resta ingestibile. Il 6 dicembre 2013 la città di Guangzhou, capoluogo della provincia di Guangdong, ha spinto i propri cittadini a smaltire in maniera più efficiente i rifiuti, smistandoli in contenitori o buste separate.

E le idee sono diverse: mentre alcuni pensano a diversificare il peso fiscale in base alla tipologia di rifiuto, altri cercano di alleggerire le tasse per gli scarti da cucina, che, tramite compostaggio, possono essere convertiti in fertilizzanti. 

A livello istituzionale, comunque, i lavori continuano. A gennaio 2014, dopo la difficile situazione vissuta dalla capitale, l’edilizia non residenziale ha registrato un aumento delle tasse per lo smaltimento dei rifiuti. Uffici, ristoranti e scuole hanno cominciato a pagare 16.4 dollari a tonnellata per lo smaltimento dei rifiuti da cucina, 50 dollari per le altre tipologie di scarti e 5 dollari per i rifiuti da costruzione – ai quali bisogna aggiungere una tassa extra di trasporto in base ai km coperti. 

Inoltre, nel mese di febbraio 2014 la Technical Guide for Municipal Solid Waste è stata messa a consultazione pubblica, in attesa dell’approvazione del Dipartimento ministeriale di Scienza e Tecnologia e della pubblicazione.

L’obiettivo contenuto nel piano quinquennale è quello di smaltire in maniera sicura il 100% dei rifiuti nei municipi, nelle capitali e nelle città designate; il 90% nelle prefetture e nelle contee; il 70% nei capoluoghi. Per farlo bisognerà raccogliere giornalmente 398.000 tonnellate di scarti nelle città e 182.000 nelle contee, ovvero il 48% nelle zone centrali e orientali del Paese e il 35% in tutte le altre.

Dei 43.2 milioni di dollari necessari per smaltire correttamente il volume dei rifiuti, il 65.6% sarà adoperato per la costruzione degli impianti, il 13.3% per il trasporto dei rifiuti, l’8% per il controllo dell’accumulo, il 4.1% per i progetti di rifiuti di cucina, l’8% per lo smistamento dei rifiuti e l’1% per l’istituzione del sistema di gestione.

Un lavoro di squadra, che vede numerose compagnie occuparsi della bonifica del suolo: Sound Group, Poten Environment Group Co., Beijing Dingshi Environmental Engineering Co., New World Environmental Service Group e Beijing KOE Environmental Protection Technology Co. Tra quelle che si adoperano per il trattamento del percolato ci sono Jiangsu Welle Environmental Co., Wuhan Tianyuan Environmental Protection Group Co. e  Beihing TDR Environ-Tech Co..

Invece tra i fornitori – o potenziali tali – per la bonifica del suolo risultano Calgon Carbon Corporation, Ecolab, Landtec, Product Recovery Management Inc. e Thermo Fisher Scientific Inc. Per il percolato Siemens AG, Ofra Aqua Plants e Tahal Group International B.V..

Leggi anche Zone umide: segno negativo per la Cina

                    Sostenibilità ed efficienza, le promesse della Cina


Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita

Tutti i diritti riservati. E' vietata la diffusione
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.
Giornalista professionista e videomaker, attenta al posizionamento seo oriented degli articoli e all'evoluzione dei social network. Si occupa di idrogeno, economia circolare, cyber security, mobilità alternativa, efficienza energetica, internet of things e gestione sostenibile delle foreste