Vertice Italia-Africa, Meloni su Piano Mattei

Italia può fare da ponte ed essere "l’hub naturale di approvvigionamento energetico per l’intera Europa"

Oggi al via il Vertice “Italia-Africa, un ponte per crescere insieme” che vede il nostro paese protagonista e collante tra l’Europa e il continente africano. Un approccio quello del Vertice che ha scansato l’allora Conferenza Italia-Africa, passando dal “livello ministeriale”, a un confronto tra Capi di Stato e di Governo.

Vertice Italia-Africa Meloni
Vertice Italia-Africa la Premier Giorgia Meloni al centro

A sottolineare l’importanza dell’evento per l’Europa la presenza delle istituzioni europee come la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.

Mattei amava dire che “l’ingegno è vedere possibilità dove gli altri non ne vedono”.

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sottolineato nel suo intervento i punti strategici del Piano Mattei che ha spiegato la Premier è “concentrato su poche, fondamentali, priorità di medio e lungo periodo” che vedono l’Italia come “l’hub naturale di approvvigionamento energetico per l’intera Europa”.  Obiettivo che secondo la Meloni sarà raggiungibile “se usiamo l’energia come chiave di sviluppo per tutti”.

Il Piano Mattei in azioni e numeri

Il cosiddetto Piano Mattei prevede cinque priorità di intervento: istruzione e formazione; salute; agricoltura; acqua ed energia.

L’azione partirà da alcune Nazioni africane, situate quadrante subsahariano e in quello nordafricano, per poi estendere in ottica incrementale il quadro di dialogo.

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Nel contesto l’energie rinnovabili sono al centro di diversi punti del Piano espresso dalla Meloni come le infrastrutture, la formazione e ovviamente la stessa produzione energetica.

Rispetto all’agricoltura la Premier è tornata sul binomio sicurezza e salute del cibo prodotto. Sottolineando il ruolo della ricerca per garantire “culture sempre più resistenti, tecniche di coltivazione sempre più moderne, e capaci di migliorare la qualità e la quantità delle produzioni”.

Rispetto la tutela della risorsa idrica è stato sfiorato il tema dell’emigrazione citando proprio la necessità di garantire l’accesso all’acqua come “risorsa sempre più scarsa la cui mancanza è uno dei principali fattori di insicurezza alimentare, conflitti e migrazione”.

La dotazione iniziale del Piano è di oltre 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie. Di questi  circa 3 miliardi verranno destinati dal Fondo italiano per il clima, e circa due miliardi e mezzo dalle risorse della cooperazione allo sviluppo.

Certo non basta” ha evidenziato la Presidente del Consiglio, “per questo vogliamo coinvolgere le Istituzioni finanziarie internazionali, le Banche Multilaterali di Sviluppo, l’Unione Europea e altri Stati donatori, che già hanno dichiarato la loro disponibilità a sostenere progetti comuni. Così come abbiamo intenzione di creare entro l’anno un nuovo strumento finanziario, assieme a Cassa Depositi e Prestiti, per agevolare gli investimenti del settore privato nei progetti del Piano Mattei”.

Italia-Africa, uno sviluppo che guarda al diritto di non migrare

In qualche modo tocca il tema dell’immigrazione la Premier, ricordando come un piano simile possa agire sul suo limitarla.

“In Europa noi abbiamo parlato spesso del diritto a emigrare, ma non abbiamo parlato quasi mai di come garantire il diritto a non dover essere costretti a emigrare, e a non dover così recidere le proprie radici, in cerca di una vita migliore sempre più difficile da raggiungere in Europa”. 


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