Perforazioni petrolifere congiunte nel Mar glaciale artico, fraking per l’estrazione di shale gas in Siberia, costruzione di un terminale di esportazione del gas naturale nell’estdella Russia. Sono molte le operazioni che vedranno la collaborazione nel prossimo futuro tra Exxon Mobil Corp e OAO Rosneft (rispettivamente americana e russa), che già dal 2011 avevano avviato un avvicinamento a dispetto dei rapporti poco idilliaci tra le proprie nazioni di appartenenza.
Il vantaggio reciproco è dato, da un lato, dalle disponibilità finanziarie d’investimento e dalle competenze tecniche del colosso americano, dall’altro, dalle possibilità offerte dalla risorse naturali russe e dei Paesi che orbitano intorno a essa.
Le riserve stimate nella zona artica sfruttabili dal “ticket” energetico ammontano a 85 miliardi di btu, ma solo la prossima perforazione ne confermerà il valore. A ciò si aggiungono i 9,2 miliardi di btu in tight oil previsti nei campi della Siberia.
Un rapporto destinato a non risentire delle difficoltà diplomatiche tra USA e Russia, a quanto pare, stando anche alla voce di esperti e analisti, come Chris Weafer, amministratore delegato della società di consulenza Advisory Macro, secondo cui “i battibecchi diplomatici difficilmente faranno deragliare i rapporti”.
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