E’ stato lanciato ufficialmente oggi 21 novembre nel corso dell’incontro “Celebrating Water’s Lifeline for Climate, Nature, and People” a Cop 29 il “Baku Dialogue on Water for Climate Action”.
La firma tra il Mukhtar Babayev, Ministro dell’Ecologia e delle Risorse naturali e Presidente della COP29 e il Direttore Esecutivo dell’UNEP Inger Andersen hanno firmato un protocollo d’intenti, a sostegno delle future attività del Dialogo di Baku sull’acqua per l’azione climatica. Il protocollo è concepito per contribuire all’attuazione degli obiettivi dell’iniziativa.
Si tratta di una piattaforma che costruisce la collaborazione tra le COP sull’acqua e la sua interazione con la crisi climatica, la perdita di biodiversità, l’inquinamento e la desertificazione. L’obiettivo è far si che questo tema resti in cima alle agende.
Nel suo discorso di apertura, il Presidente della COP29, ha sottolineato come la scarsità d’acqua è uno dei temi prioritari nelle discussioni della COP29: “Le questioni idriche sono state a lungo escluse dai dibattiti sul clima globale. Dobbiamo affrontare la questione della scarsità d’acqua da tutti i punti di vista per risolvere le sfide climatiche, poiché l’acqua è vita. Ecco perché la presidenza della COP29 ha fatto dell’acqua una priorità” ha sottolineato.
Il Presidente ha quindi sottolineato come l’accelerazione del dialogo promuoverebbe una maggiore partnership e aiuterebbe a identificare i partner per l’azione climatica in relazione all’acqua.
Inoltre sempre oggi la Presidenza della COP29 ha lanciato la dichiarazione sulla politica di azione climatica per l’acqua. Questa si impegna a migliorare la cooperazione internazionale in materia di gestione dei bacini idrici. Si tratta di una proposta appoggiata da oltre 40 paesi e diversi stakeholders associativi come il WWF e istitzuoni ed enti come
la United Nations Environment Programme, l’Istituto internazionale del l’acqua di Stoccolma e la Banca islamica di sviluppo.
La criticità del sistema acqua visto dall’UNEP
“L’UNEP è lieta di ospitare questa iniziativa e pronta a porre la natura e i diritti umani ad un ambiente sano e all’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari al centro di questo approccio dinamico e collaborativo” ha rimarcato nel suo speech alla conferenza Inger Andersen, under-secretary-general of the United Nations and Executive Director of the United Nations Environment Programme.
“Quasi tre miliardi di persone sono confrontate alla carenza idrica. Oltre il 90% dei disastri è legato all’acqua, tra cui siccità, desertificazione, incendi e inondazioni. L’UNEP, in qualità di agenzia di sorveglianza e monitoraggio per tre indicatori dell’SDG 6, ha rilevato che la metà dei paesi che hanno presentato relazioni ha uno o più tipi di ecosistemi legati all’acqua dolce in stato di degrado.
Man mano che il cambiamento climatico si intensifica, e si sta intensificando, le cose peggioreranno. Tutti ne soffriranno. Gli SDG e gli obiettivi di altri accordi multilaterali, tra cui il Quadro globale per la biodiversità Kunming-Montreal, diventeranno impossibili da raggiungere.
Così, nella prossima tornata di contributi determinati a livello nazionale (NDCs), le nazioni devono promettere di tagliare il 42 per cento delle emissioni di gas serra entro il 2030 e il 57 per cento entro il 2035. Ecco come ci incamminiamo verso una via di 1,5 gradi C. E devono aumentare drasticamente il finanziamento per l’adattamento per affrontare gli impatti che sono già qui” ha aggiunto.
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