Un Piano del Mare che guardi a potenziare l’industria italiana

Le 8 linee guida di sviluppo a cura di The European House – Ambrosetti presentate in occasione del Forum Risorsa Mare

Partire dal Piano del Mare per rilanciare l’Italia verso un nuovo ruolo di competizione internazionale. Questo l’obiettivo del progetto che The European House – Ambrosetti che ha valutato come il nostro Paese sia il “terzo dell’UE per valore aggiunto con una quota di €24,5 miliardi e per occupati con oltre 540mila posti di lavoro”.

Si tratterebbe di un sistema economico che contribuisce con circa €65 miliardi al PIL del Paese, con un moltiplicatore di 2,7 (1€ prodotto nell’Economia del Mare ne attiva altri 1,7 nel resto dell’economia) stando all’analisi del gruppo di professionisti.

Il Piano del Mare è un ottimo punto di partenza per semplificare la governance di un comparto molto complesso e soggetto ad una forte competizione internazionale. L’Italia ha le carte in regola per affermarsi come un player di rilievo internazionale in tutti gli ambiti – come quello del Floating Wind offshore o della Subacquea – che possono dare un contributo importante non solo in termini di crescita ma anche nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità del nostro Paese” sottolinea in un nota Valerio De Molli, Managing Partner & CEO, The European House – Ambrosetti. “In particolare, nelle 16 direttrici del Piano del Mare, abbiamo individuato otto aree di investimento strategico per il sistema-Paese. In questo senso la nostra iniziativa, complementare al Piano del Mare, si prefigge di orientare gli investimenti pubblici e privati legati al mare nelle filiere più promettenti, promuovendo una sempre maggiore coesione tra gli operatori del settore e stimolando nel concreto la collaborazione tra pubblico e privato”.

In questa ottica il gruppo di professionisti ha lanciato il Forum Risorsa Mare, una piattaforma di lavoro e confronto sul tema che  si sta svolgendo a Trieste tra oggi 14 settembre e domani.

In questo contesto The European House – Ambrosetti ha presentato 8 linee guida di sviluppo. Vediamole nel dettaglio.

  1. Logistica e portualità

  • Dotare il Sistema Portuale italiano di una governance unitaria per superare l’attuale frammentazione e rafforzarne il coordinamento, favorendo la pianificazione e attrazione di investimenti di lungo periodo;

  • Assegnare autonomia finanziaria e manageriale alle Autorità Portuali per attrarre investimenti anche attraverso l’articolazione di partnership pubblico-private;

  • Istituire una Cabina di Regia degli investimenti portuali che definisca le priorità di allocazione di fondi verso sostenibilità ambientale, digitalizzazione e sviluppo infrastrutturale,

2. Industria marittima

  • Serve formazione specialistica e di avanguardia adeguata alle nuove esigenze del mercato.
  • Mentre a livello amministrativo è necessario snellire, semplificare e digitalizzare le procedure oltre che promuovere in UE un allineamento normativo e fiscale tra i Paesi Membri, contrastando l’attuale dumping fiscale di Paesi come Malta e Cipro.

3. Energia dal mare

  • L’Italia può diventare una piattaforma energetica intercontinentale implementando le più avanzate tecnologie per produrre energia sostenibile come i parchi eolici offshore galleggianti.
  • Per farlo serve avviare un’azione di sistema per favorire lo sviluppo della filiera dell’eolico offshore attraverso la creazione di un processo di consultazione preventiva tra Stato ed Enti Locali per definire le aree di sviluppo dell’eolico offshore superando disallineamenti e ricorsi.
  • È fondamentale anche la semplificazione normativa e superare il limite previsto dalla Bozza del Decreto Aree Idonee che penalizza l’eolico offshore, oggi conteggiato solo per il 40% della potenza effettivamente installata.

4. Filiera ittica

  • Vanno aumentate le competenze e offrire titoli di studio appropriati, sostenendo un processo di innovazione attraverso l’insegnamento e la diffusione di modelli e metodi di pesca sostenibile

5. Tutela Ambientale

  • Indispensabile finalizzare il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) per la pianificazione e l’attuazione delle azioni di adattamento e favorire la collaborazione fra le eccellenze dell’ecosistema italiano di ricerca e innovazione attraverso la collaborazione pubblico – privato.
  • Utile pensare di realizzare un Centro di Ricerca sul Climate Change e sui suoi impatti nel Mediterraneo in cui ci sia una forte componente applicata, volta alla ricerca e sviluppo di soluzioni e tecnologie di frontiera (es. produzione di energia da moto ondoso, ecc…).

6. Dimensione Subacquea

  • Occorre potenziare il Polo Nazionale della Subacquea con opportune risorse e competenze in modo che possa diventare la Cabina di Regia per lo sviluppo di una supply chain nazionale che assicuri leadership tecnologica al nostro Paese.

7. Turismo costiero

  • Manca un presidio di alta formazione per le professionalità del turismo crocieristico e sulle coste con un centro ricerca, una scuola di dottorato, una vocazione internazionale con accordi di collaborazione per temi rilevanti con le migliori università del mondo.

8. Cooperazione Internazionale

Per gestire lo squilibrio demografico, la corretta gestione dell’immigrazione rappresenta un’opportunità a patto che venga trasformata da emergenziale a strutturale. Per realizzare una gestione efficace e rendere l’immigrazione un’opportunità di sviluppo per il Paese, l’Italia dovrà:

  • Aumentare per i prossimi 5 anni la quota massima di ingressi in Italia a 250.000/anno (massimo 2007, 100% delle richieste attuali), eliminando i click-day;

  • Consentire l’ingresso regolare in Italia anche in assenza di un contratto di lavoro, previa verifica anticipata di requisiti minimi2;

  • Sviluppare una politica d’immigrazione selettiva, selezionando profili e Paesi di origine e promuovendo politiche di attrattività in loco anche grazie alle rappresentanze estere nei Paesi strategici;

  • Facilitare i riconoscimenti dei titoli di studio esteri e delle abilitazioni professionali rilasciando Student Visa automaticamente convertite in permesso di lavoro in caso di assunzione dopo gli studi;

  • Realizzare una legge sull’immigrazione che favorisca, oltre agli ingressi, anche meccanismi di integrazione e mobilità sociale.


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