Le aziende italiane attive nel settore del trasporto e della logistica sono sempre più consapevoli dell’importanza di integrare i criteri ESG nel proprio modello di business, così da ridurre l’impatto ambientale delle proprie operazioni, aumentare la sicurezza dei lavoratori e la capacità di attrarre investimenti.
Gli operatori credono che, per raggiungere questi obiettivi, sia necessario favorire lo scambio di buone pratiche fra i vari attori della filiera, promuovere la digitalizzazione dei processi e coinvolgere istituti bancari e istituzioni nell’offerta dei finanziamenti e degli incentivi necessari.
L’indagine di FLC e LIUC-Università Cattaneo su trasporto e logistica
È quanto emerge dal report “ESG: un percorso attraverso cui (ri)costruire le relazioni fra industria e operatori della logistica e dei trasporti”, a cura del Freight Leaders Council (FLC) e della LIUC – Università Cattaneo. L’indagine, presentata il 22 gennaio, ha riguardato un campione di undici aziende pilota del settore (CHEP, Conad, Ferrero, Gruber Logistics, Italtrade, Latteria Soresina, Servizi Pinna, Pioppo Trasporti, Ponti, Poste Italiane, SMET).
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L’idea di costruire un Osservatorio permanente per aiutare le imprese del settore
L’obiettivo del Freight Leaders Council è proprio quello di sostenere le aziende lungo un percorso virtuoso, fornendo loro dati e strumenti per affrontarlo nel migliore dei modi. “Con un taglio semplice e pragmatico, questo studio costituisce il primo passaggio per la costruzione di un Osservatorio attraverso il quale, in modo coordinato ed efficiente, le aziende potranno attingere e contribuire su questo importante tema e ovviamente beneficiarne”, ha spiegato la vicepresidente dell’associazione, Valentina Tundo.
Il ruoli di fornitori e consumatori
“Sta emergendo in maniera sempre più evidente che la chiave per una vera transizione verso la sostenibilità del settore dei trasporti e della logistica non sia rappresentata tanto dagli aspetti tecnici e tecnologici, quanto dal sistema valoriale alla base delle relazioni fra committenza e fornitura: condividere lo stesso sistema valoriale, basato sul rispetto dei principi ESG, può aiutare le imprese a costruire una community virtuosa”, ha aggiunto Alessandro Creazza, direttore del Green Transition Hub della LIUC – Università Cattaneo. Serve poi “un salto culturale da parte della società”, un’evoluzione che porti i consumatori a considerare “anche gli impatti sociali e ambientali nella scelta dei prodotti”.
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Gli obiettivi stabiliti a livello comunitario
Basti pensare che il settore dei veicoli pesanti è responsabile di oltre il 25 per cento delle emissioni di gas serra prodotte dal trasporto su strada nell’Unione europea. È per questo che, in data 18 gennaio, il Consiglio e il Parlamento dell’UE hanno raggiunto un accordo provvisorio riguardo alla proposta della Commissione di stabilire nuovi obiettivi per la mitigazione dell’impronta carbonica del settore, fra cui:
- una graduale riduzione delle emissioni generate da pullman e autocarri (camion) di peso superiore a 7,5 tonnellate (-45% entro il 2030, -65% entro il 2035 e -90% entro il 2040);
- autobus urbani a zero emissioni entro il 2035.
L’accordo, che prevede alcune esenzioni, dovrà essere approvato formalmente da entrambe le istituzioni prima di poter essere pubblicato in Gazzetta ufficiale.
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