Trasporto marittimo come prepararsi all’ingresso del ETS

Alcune anticipazione dai protagonisti dell'evento "Carbon management nel trasporto marittimo" che si terrà a Napoli il prossimo 16 dicembre

Il trasporto marittimo si trova a dover gestire un cambiamento di prospettiva con l’introduzione del meccanismo ETS nel comparto. Si tratta cioè dell’European Union Emissions Trading System – EU ETS, il principale strumento adottato dall’Unione europea per raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2 nei principali settori industriali e nel comparto dell’aviazione e del trasporto marittimo appunto. Il sistema è stato introdotto e disciplinato nella legislazione europea dalla Direttiva 2003/87/CE la cosiddetta Direttiva ETS.

“Si tratta di un sistema già in vigore da molti anni per altri comparti industriali e del trasporto” sottolinea l’avv. e professoressa della Luiss Guido Carli, Luisa Salvini.

Un cambiamento che ha un impatto sul prezzo dell’energia, strettamente correlato all’EUA. ARTE l’associazione dei trader e venditori di energia si è impegnata su questo argomento lanciando lunedì 16 dicembre l’evento a NapoliCarbon management nel trasporto marittimo”.

“Colui il quale immette gas nella rete sarà il soggetto deputato a pagare l’EUA per conto del consumatore” spiega il presidente ARTE Marco Ferraresi chiarendo l’interesse dell’associazione al tema. “Vuol dire che molto probabilmente avremo il costo dell’EUA anche in bolletta”.

Tra i temi della giornata anche come si interfaccia l’Unione Europea con gli altri ordinamenti dei paesi nel mondo che spesso “non hanno una disciplina altrettanto rigida” per dirla con le parole dell’avv. Salvini. In particolare il sistema degli ETS cerca di penalizzare di meno i settori che hanno fiscalità migliore nei paesi terzi. E poi d’altra parte sono previste delle misure di tassazione date dal Carbon Border Adjustment Mechanism.

Come funziona il sistema ETS

Agendo attraverso un aumento del prezzo l’ETS “cerca di disincentivare le imprese inquinanti rendendo più conveniente adottare dei sistemi produttivi o dei sistemi propulsivi come nel caso dei trasporti che inquinino meno e quindi danneggino meno l’ambiente”.
Il tutto con la gestione e il coordinamento della UE. A livello centrale continua l’Avv. “Viene stabilita annualmente la quantità di emissioni inquinanti desiderabile, naturalmente sempre
al ribasso nel corso del tempo. In relazione a questa predeterminazione dell’inquinamento
atteso, vengono messe all’asta oppure assegnate delle quote che i soggetti che producono
le emissioni inquinanti devono successivamente riconsegnare a determinate scadenze”.

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Da qui, chi è più inquinante deve o acquistare le quote alle aste, “oppure acquistarle
su un mercato secondario, anche attraverso degli intermediari qualificaticonclude Ferrarini. Un sistema complesso che dal 2025 entrerà in modo progressivo nel settore.

Il Carbon Compliance Club

Come tutte le cose se non si conoscono spaventano e proprio per questo ARTE si sta impegnando nel chiarire le connessioni tra il comparto e il meccanismo dell’ETS. “Si tratta di un’invenzione anglosassone squisitamente finanziaria” ricorda il presidente di ARTE “che ha però necessità anche di competenze ingegneristiche e normative”. Su questa necessità prende vita il Carbon Compliance Club. Una realtà che riunisce sotto un unico marchio tre realtà specializzate nel settore:

  • Aither, società leader nel mercato delle EUAs e nella consulenza finalizzata alla compliance ambientale a livello globale;
  • Arcadia Italia, società specializzata nella fornitura di energia elettrica e gas naturale e nella realizzazione di interventi di efficienza energetica;
  • Salvini e Soci, studio legale tributario specializzato nel settore energetico.

“Ricordiamoci che l’EUA è uno strumento finanziario a tutti gli effetti“, da qui l’obiettivo  chiarisce Ferraresi “di fornire alle imprese un livello di preparazione pieno” rimarca. “Non dimentichiamoci che se considerassimo le emissioni del settore navale per intero, sarebbe il quinto stato più inquinante del mondo.” Diventa necessario quindi “avere un faro che agisca dove il carbon neutral fa da padrone”. Un mercato che interessa anche gli investimenti in sostenibilità verso cui devono tendere le imprese.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.