trasporto pubblico locale

Il Codice dei contratti pubblici prevede una importante revisione del meccanismo previsto per l’adeguamento dei prezzi di aggiudicazione ai costi dei materiali e per la determinazione dei prezzi fissati alla base degli appalti, al fine di sostenere i settori del trasporto in difficoltà. Queste sono misure contenute per il settore dei trasporti e delle infrastrutture nel decreto legge n. 4/2022 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

I cambiamenti introdotti dal decreto legge 4/2022

I significativi cambiamenti che il decreto legge introduce riguardano i corrispettivi da riconoscere alle aziende che si aggiudicano i contratti pubblici.

Innanzitutto, viene stabilito che il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims), sentiti l’Istituto nazionale di statistica e il Consiglio superiore dei lavori pubblici, previa intesa della Conferenza Stato-Regioni, definisca gli standard da utilizzare per definire i prezzari regionali utilizzati dalle stazioni appaltanti come base di riferimento. Sarà poi l’Istat a procedere ogni semestre al calcolo delle variazioni dei prezzi dei materiali più rilevanti per eseguire le opere pubbliche, che saranno tenute dal Mims come riferimento per tutte le stazioni appaltanti.
Modificato anche il meccanismo di ripartizione dei benefici e degli oneri derivanti dagli aumenti dei prezzi dei materiali, dopo l’aggiudicazione dell’appalto.

In particolare, in presenza di variazioni annuali dei costi dei materiali superiori al 5% (non più del 10%), la parte che eccede questa percentuale sarà assorbita per l’80% (non più 50%) dalle stazioni appaltanti.

Le differenze rispetto al regime precedente

Quindi, rispetto a prima, si riducono gli oneri che l’impresa deve assumersi nel caso in cui aumentino i costi dei materiali. In secondo luogo, per aumentare la trasparenza del mercato, le stazioni appaltanti sono ora obbligate ad inserire nei documenti di gara la clausola di revisione dei prezzi, finora facoltativa.

Stanziati ulteriori 80 milioni per le Regioni

Il decreto stanzia 80 milioni di euro per le Regioni e le Province autonome, per garantire la messa a disposizione dei servizi aggiuntivi di trasporto pubblico locale.

Altri 15 milioni di euro saranno assegnati per sostenere le imprese che effettuano trasporto di linea su gomma non soggetto a obblighi di servizio pubblico e a quelle di noleggio con conducente.

Inoltre, cinque milioni di euro possono essere usati per ridurre i canoni di finanziamento e di leasing per l’acquisto di nuovi mezzi.

Destinati a Rete ferroviaria italiana (Rfi) 130 milioni di euro per il periodo 2022-2034, per ridurre il canone pagato dalle imprese del settore per l’utilizzo della rete per i servizi passeggeri e merci.

Il decreto legge prevede infine l’esonero dal pagamento della contribuzione addizionale a carico per le imprese di trasporto su gomma e di quelle che gestiscono gli impianti di risalita, per le attività di radio taxi e le stazioni degli autobus, di trasporto marittimo e di attività legate al trasporto aereo, come previsto per tutti i settori colpiti dalla pandemia.


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