Crescere nonostante le difficoltà di una transizione epocale che investe aspetti diversi e decisivi per le persone, le aziende e gli stessi soggetti politici e sociali. Un dibattito etico per Confindustria, con riferimento alla transizione energetica, ambientale e digitale, affrontato nella relazione del presidente Emanuele Orsini nel corso dell’assemblea generale svoltasi il 18 settembre.
Transizioni che per l’organizzazione “costano e costeranno migliaia di miliardi al sistema Paese”: vere e proprie rivoluzioni industriali che potranno cambiare in meglio il futuro dell’industria, ma sono “transizioni che hanno bisogno di tempo adeguato. Senza che qualcuno, come sta avvenendo in Europa, confonda politiche ambientali autoreferenziali con politiche industriali per la crescita. Questo approccio non ci aiuta” ha spiegato Orsini.
Confindustria: “Transizioni hanno bisogno di tempo adeguato. Nucleare è strategico”
L’invito è a “restare con i piedi per terra” per un comparto industriale che ha “già raggiunto gran parte degli obiettivi ambientali, investendo sulle proprie tecnologie”. L’Italia è chiamata a scelte coraggiose, a partire dal ritorno al nucleare indicato come “strategico”. Se l’indipendenza energetica è questione di sicurezza nazionale, si chiede il presidente di Confindustria, “allora perché tutti insieme non appoggiamo il nucleare di ultima generazione, invece di continuare a rifornirci a prezzi crescenti dalle vecchie centrali nucleari francesi?”.
In particolare, Orsini fa riferimento agli small modular reactors in luogo delle grandi centrali di vecchia generazione, andando più a fondo: “Pensate che solo l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili possa soddisfare il nostro fabbisogno energetico? Noi no”. E ancora, sulle sfide poste dall’Europa: “Quando verrà annunciato lo spostamento allo stop al motore endotermico oggi fissato per il 2035? Non possiamo aspettare il 2026”.
Spunti di analisi condivisi da Vannia Gavia, viceministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica: “L’Italia è un Paese di grandi imprenditori e ha tutte le potenzialità per fare della transizione una straordinaria occasione di sviluppo e rilancio della competitività. È nostro dovere preservare il nostro tessuto industriale ed essergli accanto in questa ambiziosa sfida comune” ha dichiarato a commento in una nota stampa.
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Oltre la transizione energetica: “Green deal impregnato di troppi errori”
Sulle sfide che la transizione energetica, ambientale e digitale pongono al comparto produttivo, Orsini ha sottolineato con chiarezza che “il Green deal è impregnato di troppi errori che hanno messo e mettono a rischio l’industria. Noi riteniamo che questo non sia l’obiettivo di nessuno. La decarbonizzazione inseguita anche al prezzo della deindustrializzazione è una debacle”. L’industria, ha poi evidenziato, difenderà con determinazione la neutralità tecnologica, chiedendo un’applicazione più realistica e graduale del Green deal.
In merito al tema degli Ets, l’Europa ha “consentito la speculazione finanziaria sulla transizione ambientale, spingendo il prezzo della CO2 fuori dal mercato mondiale. Bisogna essere chiari: la disciplina degli Ets deve essere assolutamente cambiata”. Il rischio è di ricadute negative sugli investimenti, sulla crescita e sull’occupazione, oltre al pericolo di perdere la partita contro i competitor internazionali su settori chiave quali automotive, acciaio, cemento, metallurgia, ceramica, carta.
Per Confindustria la sfida sociale riguarda in particolare i giovani: secondo l’Istat nel 2023 la percentuale di neolaureati e neodiplomati occupati era pari al 67%, al di sotto della media europea dell’83%. Da qui la proposta del Piano straordinario di edilizia per i lavoratori neoassunti: “Noi tutti sappiamo che uno dei maggiori ostacoli per reperire nuovi occupati è la scarsità di abitazioni a un costo sostenibile” ha spiegato alla platea Orsini. L’idea, accolta dal Governo, è quella di costituire un tavolo congiunto che coinvolga anche Ance, Anci, assicurazioni, banche, Cassa depositi e prestiti, fondi immobiliari e fondi pensione per studiare le migliori formule di garanzie finanziarie, così da permettere di attuare i progetti garantendo un canone sostenibile: “Sono convinto che questo Piano sia fondamentale per ripristinare quell’ascensore sociale, base della fiducia e della spinta stessa alla natalità, che ha fatto correre il Paese in altre fasi della seconda metà del secolo scorso”.
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Le risposte dei comparti industriali
“Federazione Carta e Grafica sottoscrive le tre priorità della competitività, produttività e comunità indicate dal Presidente Orsini ” ha affermato il Presidente di Federazione Carta e Grafica, Michele Bianchi, oggi a margine dell’Assemblea Annuale di Confindustria a Roma, che ha aggiunto “E la contrazione dell’industria italiana richiede uno scatto della responsabilità collettiva, di tutti i soggetti sociali e politici del nostro Paese, perché l’industria è parte essenziale della comunità”.
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