Nonostante i paesaggi paradisiaci l’energia nelle isole minori italiane difficilmente è green, difatti solo il 3% di energia è a fonte rinnovabile. Inoltre sono ben 19 le isole non connesse alla rete nazionale. Per non parlare della scarsità di risorsa idrica e l’impossibilità spesso di attuare servizi di mobilità elettrica o sharing. Una grossa mano dovrebbe darla il PNRR con gli oltre 200 milioni di euro messi a disposizione di ben 140 progetti nella call Isole verdi. Tra questi proprio energia rinnovabile e scarsità idrica al centro delle call.
Su questo e altre esigenze delle piccole isole messe in luce dalla ricercatrice del CNRR IIA Laura Tommasetti, si aprono i lavori della settimana edizione del Capraia Smart Island evento che pone l’isola perla dell’arcipelago toscano come laboratorio di isola intelligente in cui sperimentare e accogliere innovazioni di affrancamento sostenibile alle esigenze dell’isola.
Le #isoleminori hanno solo un 3% di #energiarinnovabile tra i limiti la tutela del paesaggio e gli spazi fisici. Poca anche la #sharingmobility il bando #isoleverdi ha assegnato a 140 isole 200milioni di #PNRR di questi il 72% riguarda #energierinnovabili e progetti relativi alle… pic.twitter.com/rbAUrEAjbW
— canaleenergia (@canaleenergia) May 26, 2023
Una sfida questa dell’energia green e della risorsa idrica che guarda alle maggiori innovazioni e studi disponibili sul mercato. Non è una caso che si parla di energia dalle onde oltre che di fotovoltaico e anche di energia dai smorzatori meccatronici in grado di produrre energia quanto una nave è ancorata al porto.
#CapraiaSmartIsland il #parcoarcipelagotoscano e le misure per il #ClimateEmergency #educazione #riqualificazione #emobility e #sharing pic.twitter.com/H5xjUABT3J
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Raggiungere l’isola in modo più sostenibile
Raggiungere l’isola in modo più sostenibile è forse la nuova sfida posta da questa prima parte dell’edizione di Capraia Smart Island. Abbiamo scritto su Canale Energia da tempo sul tema dell’inquinamento marittimo dato dai più diffusi carburanti per le navi ad oggi in uso. Su questo comparto c’è una grande opportunità data dai carburanti alternativi. GNL, biogas, ma anche idrogeno e ammoniaca rappresentano delle possibilità per il trasporto navale con un minore impatto ambientale. Anche se, come ci ricorda Giovanni Giorgi ad Olt Offshore LNG Toscana al momento non c’è certezza sull’impatto di idrogeno e ammoniaca nell’ambiante mentre del GNL si conoscono impatto e relativi vantaggi e svantaggi. Come la riduzione di emissioni di anidride carbonica, di ossidi di zolfo e di azoto e di particolato.
Pensare a un trasporto che vada a GNL o a un altro carburante alternativo significa progettare una nave valutando le specifiche del percorso del porto dell’attracco e dell’suso specifico per cui è destinata. “La conoscenza preliminare di queste caratteristiche garantiscono la corretta istallazione di queste navi” come spiega Marco La Valle, general manager Marine Engineering Services: “Rispetto alle navi tradizionali ci sono tanti elementi che la presenza del gas comporta. La tecnologia che guarda in primis alla sicurezza prevede diversi equipaggiamenti che riducono spazio a bordo”.
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