rete idrica
foto Pixabay

Digitalizzazione e sicurezza sono stati i settori in cui hanno investito maggiormente le principali utility idriche italiane nel 2019, destinandovi 1,6 miliardi di euro. 

Smart metering e reti intelligenti tra le voci fondamentali per le aziende del settore, come ha confermato Alessandro Marangoni, economista e coordinatore del think tank Top utility analysis, nel suo intervento odierno al convegno “Le water utility italiane, tra sfida climatica e strategie industriali” che si è svolto nell’ambito di AccadueO, la mostra internazionale dell’acqua organizzata da Bologna Fiere.

Le risorse assegnate dal Pnrr

Anche grazie alle risorse assegnate dal Pnrr, che ammontano a 4,8 miliardi di euro, di cui 2 miliardi per la riduzione delle perdite e 900 milioni per la digitalizzazione delle reti, le utility potranno gestire in modo efficiente le risorse idriche.

Marangoni fa emergere un aspetto affatto trascurabile, ovvero che le ingenti risorse elargite sono finalizzate a rendere sempre più elevati i livelli di servizio ordinario che le aziende devono offrire, ma cosa succede nel caso, ad esempio, di eventi climatici estremi? Dovranno infatti essere in grado di fronteggiarli. 

Marangoni evidenzia pertanto delle aree prioritarie su cui intervenire: intanto, migliorare l’efficienza di reti e infrastrutture, sviluppare sistemi di accumulo nelle aree a maggior stress idrico e tecnologie di dissalazione, nonché l’adozione di sistemi di riuso delle acque depurate.

I dati del report Top utility

I dati del nono report Top utility rivelano che gli investimenti realizzati nel 2019 dalle grandi aziende ammontano a 1,2 miliardi di euro (+23,4% rispetto all’anno precedente), mentre le aziende più piccole registrano investimenti per 0,4 miliardi di euro. 

Per quanto riguarda le aree geografiche, al nord si registrano i maggiori valori di fatturato, appena superiore ai 3 miliardi, con un aumento del 8,9%. Sud e isole hanno una tendenza positiva, con un Ebitda del +20% e un valore di produzione Vp del +9,4%. Ma il dato che colpisce è un centro Italia cresciuto del +32,6% per margine operativo lordo e del +13,2% per Vp.

Una sostenibilità a macchia di leopardo

Solo una azienda su due pubblica il bilancio di sostenibilità, ma quasi tutte hanno un codice etico. Le perdite di rete nella media nazionale si attestano al 42%, per le top utility sono al 30%, ma sono significativamente superiori nelle utility del sud. Sono in miglioramento, ma senza assestarsi, consumi e qualità degli scarichi post depurazione.


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