- L’accordo raggiunto dal Consiglio europeo lo scorso 20 ottobre rappresenta il primo passo di un processo teso ad assicurare la sicurezza energetica dell’Unione.
- Un processo che cela diverse sfide da superare: di questo si è parlato il 3 febbraio presso la sede della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, a Roma.
Il 20 ottobre 2022, il Consiglio europeo ha convenuto che, alla luce della crisi energetica, occorre accelerare e intensificare gli sforzi per ridurre la domanda di energia, garantire la sicurezza dell’approvvigionamento, evitare razionamenti e abbassare i prezzi per le famiglie e le imprese in tutta l’Unione, preservando l’integrità del mercato unico. Ha ribadito la necessità di incrementare gli investimenti nell’efficienza energetica, nelle infrastrutture adeguate alle esigenze future, tra cui lo stoccaggio e le interconnessioni, e nelle tecnologie innovative per le energie rinnovabili. Infine, ha invitato la Commissione ad accelerare i lavori sulla riforma strutturale del mercato dell’energia elettrica, inclusa una valutazione d’impatto, e chiesto ulteriori progressi verso la realizzazione di una piena Unione dell’energia, al servizio del duplice obiettivo della sovranità energetica e della neutralità climatica a livello europeo.
Questi erano i temi al centro del dibattito che, il 3 febbraio, ha coinvolto diversi rappresentanti delle istituzioni e del mondo imprenditoriale presso la sede della Rappresentanza in Italia della Commissione europea e dell’Ufficio in Italia del Parlamento europeo, a Roma.
Transizione ecologica e sicurezza energetica
Il Ministro Gilberto Pichetto Fratin, in un videomessaggio, ha dichiarato che “la nuova geopolitica dell’energia obbliga l’Italia e l’Europa ad accelerare la transizione ecologica e aumentare la sicurezza energetica. Siamo impegnati in un importante percorso di decarbonizzazione, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica nel 2050. Siamo all’avanguardia in Europa nello sviluppo di nuove tecnologie volte alla diffusione dell’energia pulita. Dobbiamo investire ulteriormente per aumentare la competitività del Paese. Un ruolo fondamentale sarà svolto dal PNRR”.
Tecnologie green e lavori verdi
Armando Melone, consigliere politico della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, ha sottolineato come il tema della sicurezza energetica fosse “qualcosa di cui si stava discutendo da tempo in Commissione. Le misure introdotte finora hanno consentito di ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili; la riduzione della domanda di energia e la diversificazione delle fonti stanno permettendo anche di limitare l’inflazione. Sul medio-lungo periodo, il Green Deal europeo continua a marciare in maniera spedita, con tanto di un Piano Industriale”.
Patrizia Toia, vicepresidente della Commissione ITRE del Parlamento europeo, ha sottolineato come lo sviluppo delle tecnologie pulite e l’incentivazione dei lavori verdi, due punti del Green Deal Industrial Plan, siano imprescindibili nel percorso verso la neutralità climatica. D’altro canto, però, “serve una politica continentale unitaria e solidale. Tanto più sono ambiziosi gli obiettivi, tanto più ambiziosi devono essere gli strumenti per raggiungerli”.
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Trasferimento tecnologico e rinnovabili
Un pensiero condiviso da Gilberto Dialuce, presidente dell’ENEA. “Un approccio nazionalista non è pagante. Servono accordi di solidarietà fra gli Stati membri, dei piani di emergenza concreti, e va mantenuta una forte attenzione agli aspetti sociali. L’ENEA sta cercando di facilitare questo percorso attraverso il trasferimento tecnologico”.
Se il trasferimento tecnologico è importante, per Giuseppe Ricci di Confindustria Energia e Claudio Spinaci di Unem bisogna puntare anche sulla neutralità tecnologica, guardando alle diverse tecnologie di cui disponiamo per poter essere più efficienti e rapidi nel centrare gli obiettivi, garantendo anche sostenibilità economica e sociale.
Al di là degli investimenti nelle tecnologie, bisogna poi far sì che i progetti ad esse legati siano approvati rapidamente: “Se davvero si vuole favorire l’utilizzo delle fonti rinnovabili, lo si deve fare anche dal punto di vista burocratico”, ha detto Filippo Girardi, presidente della Federazione ANIE. Questo è proprio l’obiettivo del Regolamento UE 2022/2577 del Consiglio, pubblicato il 29 dicembre, che consentirà di accelerare le procedure autorizzative per i progetti a basso impatto ambientale.
Bollette e consumatori
L’ultimo punto affrontato nel corso dell’evento ha riguardato l’impatto diretto sui consumatori. Andrea Ripa di Meana, amministratore unico del GSE, ha riportato la sua opinione personale dicendo che, “per rendere le utenze elettriche indipendenti dai mercati (e dai prezzi) di breve periodo, ci sono due possibili soluzioni che vengono prospettate a livello europeo. Una è quella di adattare i contratti a lungo termine (PPE) e i contratti per differenza, ma è una via che non trovo di facile applicazione. Poi c’è un’alternativa che, a mio avviso, richiede strumenti diversi e una preparazione diversa. Ed è quella di andare verso una limitazione della libertà contrattuale dei generatori. Se si vuole perseguire questa via, serve una programmazione a lungo termine con modifiche normative che resistano alle prime contestazioni”.
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