- La presenza delle rinnovabili nel mix energetico statunitense cresce di anno in anno.
- La California è fra gli stati che ne fanno il maggior utilizzo.
- Il Dipartimento dell’Energia sta garantendo grossi finanziamenti alla ricerca in questo campo.
Nel 2021, circa il 40 per cento dell’elettricità prodotta negli Stati Uniti è derivato da fonti alternative ai combustibili fossili che, come sappiamo, sono responsabili di gran parte delle emissioni climalteranti in atmosfera. È una buona notizia che arriva direttamente dal Dipartimento dell’Energia statunitense (DOE).
A partire dal 2007, la spinta delle rinnovabili negli USA è stata guidata soprattutto da eolico e solare. Anche l’idroelettrico continua, comunque, a svolgere un ruolo chiave. Per la prima volta dal 1984, l’anno scorso le rinnovabili hanno superato il nucleare nella produzione di elettricità.
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Gli investimenti nelle fonti rinnovabili
Il 27 settembre, il DOE ha rilasciato una roadmap con l’obiettivo di decarbonizzare il settore industriale. Parallelamente, ha stanziato 24 milioni di dollari da destinare a dieci progetti di ricerca che lavoreranno allo sviluppo di innovativi sistemi a concentrazione solare, che permettono di convertire l’energia solare in calore.
Il 29 settembre, inoltre, ha lanciato un’opportunità di finanziamento del valore di 10,3 milioni di dollari per accelerare lo sviluppo delle tecnologie che consentono di sfruttare l’energia marina, specialmente a partire da correnti e onde.
L’obiettivo del presidente Joe Biden è arrivare ad alimentare il suo paese unicamente con energia pulita entro il 2035. La California è uno degli stati più virtuosi da questo punto di vista: i dati della California Energy Commission (CEC) indicano che, nel 2020, il 59 per cento della sua elettricità proveniva da fonti rinnovabili e a zero emissioni di carbonio.
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