- Il 75% degli italiani si è posto degli obiettivi ambientali e sociali da raggiungere a casa.
- Aziende e istituzioni sono ritenute un po’ meno virtuose, ma c’è fiducia nel futuro.
- È quanto emerge da un’indagine dell’ESG Culture LAB di Eikon Strategic Consulting Italia e Gruppo Adnkronos.
Il 75 per cento degli italiani è impegnato nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale che investono la vita quotidiana. In questo senso, l’educazione dei figli alla parità di genere, insieme alla possibilità di riutilizzare le risorse per diminuire l’impatto dell’economia sull’ambiente, sono le questioni che ritengono più importanti. È quanto emerge dalla prima indagine nazionale “La cultura della sostenibilità in Italia”, realizzata da ESG Culture LAB, un progetto di Eikon Strategic Consulting Italia in collaborazione con il Gruppo Adnkronos.
I risultati della ricerca, che ha interessato un campione rappresentativo della popolazione italiana di 1.600 persone tra i 18 e i 65 anni, sono stati presentati a Roma il 29 novembre, nel corso di una tavola rotonda che ha coinvolto le sette aziende partner del progetto: Banca Ifis, Enel, Gruppo Fs, Ibsa Farmaceutici, Inwit, Philip Morris Italia e Poste Italiane.
L’impegno sul posto di lavoro
In ambito professionale, l’impegno cala sensibilmente, con il 58 per cento degli intervistati che dichiara di avere un atteggiamento proattivo anche sul posto di lavoro. Il 62 per cento valuta positivamente il coinvolgimento della propria organizzazione, ma emerge una polarizzazione tra il 31 per cento delle risposte che giudicano l’organizzazione focalizzata e un 20 per cento che la descrive indifferente. Molto critico il giudizio sulle opportunità di carriera per le donne: il 41 per cento del sotto-campione femminile valuta le organizzazioni indifferenti, il dato più negativo dell’intera rilevazione.
La (s)fiducia nelle istituzioni
Le istituzioni sono considerate meno virtuose. Poco più della metà (il 53 per cento) delle valutazioni è positiva; i giudizi sono equamente distribuiti tra impegno e focalizzazione. Le valutazioni più negative investono gli aspetti sociali e, in particolare, gli investimenti nell’occupazione giovanile. Quelle positive riguardano la tutela dell’ambiente e, soprattutto, l’obiettivo dell’efficienza energetica: la percezione è che le istituzioni stiano investendo in questa direzione. In generale, dalla ricerca emerge una sfiducia delle fasce più giovani che si aspettano un maggiore coinvolgimento da parte di aziende e istituzioni. Più di un terzo dell’intero campione, però, ha fiducia nel futuro.
Leggi anche Sostenibilità: 70% sceglie l’usato, scelte green abitudine della Gen Z
Serve una cultura della sostenibilità che sia condivisa e inclusiva
“Siamo in un post pandemia che ha gravi criticità, ma nello stesso tempo vede una voglia di rinascita dopo la grande paura. È una finestra di ottimismo che rischia però di durare poco, se non trova poi conferme nella realtà”, commenta Cristina Cenci, antropologa, Senior Partner di Eikon Strategic Consulting Italia.
“È essenziale coinvolgere le persone in un modello di sviluppo che ha un impatto significativo sugli stili di vita, di consumo e di produzione di ognuno di noi. In questo scenario, istituzioni e aziende hanno davanti una sfida importante: contribuire a creare una cultura della sostenibilità condivisa e inclusiva che investa anche i nostri comportamenti quotidiani”, conclude Paola Aragno, Senior Partner Eikon Strategic Consulting Italia.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.