La Sicilia, regione ad oggi leader in Italia nel settore chimico e della raffinazione, può trasformare queste sue peculiarità in driver della conversione green grazie all’idrogeno verde e all’eolico offshore flottante. Energia verde da mettere a disposizione di settori ad alto impatto ambientale come trasporti e industria pesante.
È quanto emerge dallo studio “Opportunità industriali dalla transizione energetica per la Sicilia, per l’Italia e per l’Europa” realizzato dalla Hydrogen Community e dalla Floating Offshore Wind Community di The European House – Ambrosetti.
Affinché tali risultati si raggiungano con successo, lo studio evidenza la criticità tempo. È necessario eseguire le installazioni quattro volte più velocemente rispetto ai ritmi attuali.
“A tal fine, è oltremodo opportuno promuovere un nuovo corso nei rapporti tra Regioni e Governo nei processi di pianificazione e approvazione dei grandi progetti così da massimizzare le ricadute positive sui territori interessati”, spiega Alessandro Viviani, senior consultant di The European House – Ambrosetti.
La conversione del polo chimico e della raffinazione
Il settore della chimica e della raffinazione in Sicilia è responsabile del 36% del totale delle emissioni regionali e del 3% del totale delle emissioni nazionali. Ma da qui è possibile far partire nuove leve di decarbonizzazione.
Una Hydrogen Valley nella regione potrebbe essere avvantaggiata da una più stretta sinergia tra il trasporto pubblico locale e i produttori di idrogeno. E godere del sostegno delle rinnovabili elettriche, così da produrre idrogeno rinnovabile e altri vettori energetici.
Altro aspetto strategico lo gioca l’eolico offshore galleggiante, tecnologia che permette di realizzare impianti di grande potenza così da sostenere una crescita veloce di produzione green in ottica di raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. D’altronde la Sicilia, con 65 GW di potenziale, è la prima regione in Italia per potenziale di eolico offshore galleggiante. Inoltre, è anche la regione con il maggiore divario da colmare in termini di installazioni rinnovabili.
Sono però necessari investimenti ingenti, sottolinea lo studio: “per azzerare le emissioni del settore in Sicilia si calcolano 8-10 miliardi di euro per adeguare gli impianti produttivi, su un totale nazionale stimato in circa 25-30 miliardi di euro“.
“Il Sud Italia – con la Sicilia in prima linea – può guidare la transizione energetica del Paese, assumendo un ruolo cruciale nella filiera dell’eolico offshore galleggiante: anche in questo caso, però, per promuovere filiere locali è urgente definire un quadro normativo che dia certezza agli operatori e indirizzi investimenti nel breve termine”, conclude Corrado Panzeri, partner e head of InnoTech Hub The European House – Ambrosetti.
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