L’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) insiste per l’istituzione di un Osservatorio permanente sulle risorse idriche.
Perché un osservatorio permanente sulle risorse idriche
La richiesta dell’osservatorio permanente sulle risorse idriche serve a poter riunire tutti gli attori del settore ed evitare la polverizzazione attuale del potere decisionale. l’obiettivo è superare: “L’attuale frazionamento decisionale che, pur essendo chiaro nell’individuazione dei compiti, manca di una regia nazionale, delegando le scelte ad ogni singola regione”. Queste le parole del dg dell’Associazione Massimo Gargano, durante un convegno a Milano.
Il presidente di Anbi, Francesco Vincenzi, aggiunge: “In merito alla realizzazione di nuovi bacini è necessario superare la sindrome del Vajont per infrastrutturare il Paese di fronte ad un’evidente crisi climatica, che ci sta facendo vivere la settima siccità in 19 anni. Arrecando solo nel 2022, oltre 6 miliardi di danni all’agricoltura, che produce cibo”.
“Il Piano Laghetti multifunzionali, proposto da ANBI e Coldiretti nel segno della sostenibilità, risponde a questa esigenza, dimostrando l’efficienza progettuale dei Consorzi di bonifica ed irrigazione. La cui capacità operativa è anche testimoniata dai cantieri aperti in tutta Italia per circa 4 miliardi di fondi pregressi”.
L’esperienza dell’Osservatorio di Madrid
Il dg conclude: “Un simile strumento già esiste in Spagna, Paese con problematiche idriche simili alle nostre e dove, però, già si trattiene in invasi oltre il 35% dell’acqua piovana. Mentre noi siamo fermi all’11%”.
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