E’ Belluno la città italiana su cui gli effetti del riscaldamento globale si fanno sentire in maniera più rilevante. Secondo quanto emerso da un’indagine realizzata dall’European Data Journalism Network (EDJNet), infatti, nella cittadina veneta è stato registrato nel 21esimo secolo un aumento di 2 gradi delle temperatura rispetto alla media annuale del ventesimo secolo.
Carciofi, ulivo e vigne in alta quota
Una situazione che ha portato un cambiamento anche sui prodotti che crescono sul territorio. Negli ultimi tempi ha, infatti, iniziato a comparire vigne in alta quota, ulivi sui pendii delle Dolomiti e primizie orticole come i carciofi. “Da qualche anno – sottolinea la Coldiretti in una nota – nel feltrino si trova dell’ottimo vino, del buon olio e soprattutto molte verdure fresche di stagione come se gli orti verdi siano i nuovi pascoli di montagna cosi come ha fatto la sua prima comparsa il carciofo, tanto da diventare prodotto di punta di alcuni territori”.
La top ten delle città con il maggior innalzamento di temperatura
“Gli effetti del cambiamento climatico – continua la Coldiretti – sono evidenti lungo tutta la penisola a partire dal centro nord dove si concentrano tutte le realtà che rientrano nella top ten delle città italiane che hanno avuto il maggior innalzamento delle temperature che sono oltre a Belluno Piombino (+1,7 gradi), Pavia, Piacenza (1,3 gradi), Savona La Spezia, Modena, Genova, Ancona, Bergamo, Livorno (+1,2 gradi)”.
Diversa distribuzione delle coltivazioni
“E’ cambiata nel tempo – spiega la Coldiretti – la distribuzione delle coltivazioni e le loro caratteristiche con l’ulivo, tipicamente mediterraneo, che in Italia si è spostato a ridosso delle Alpi mentre in Sicilia ed in Calabria sono arrivate le piante di banane, avocado e di altri frutti esotici Made in Italy, mai viste prima lungo la Penisola“.
Aumento del tasso alcolico del vino italiano
“Il vino italiano con il caldo –sottolinea l’associazione – è aumentato di un grado negli ultimi 30 anni ma si è verificato nel tempo un anticipo della vendemmia anche di un mese rispetto al tradizionale mese di settembre, smentendo quindi il proverbio “ad agosto riempi la cucina e a settembre la cantina”, ma anche quanto scritto in molti testi scolastici che andrebbero ora rivisti”.
Clima, stagionatura salumi e affinamento dei formaggi
“Il riscaldamento provoca anche – precisa la Coldiretti – il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l’affinamento dei formaggi o l’invecchiamento dei vini. Una situazione che di fatto mette a rischio il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani”.
Dal settore agricolo grande impegno contro il climate change
“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli” afferma nella nota il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo che sottolinea come “i cambiamenti climatici impongano una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio“.
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