Come abbiamo già evidenziato, il tema della transizione energetica è al centro di un acceso dibattito in Sardegna. In particolare, stanno arrivando nuovi commenti riguardo alle legge regionale sulle aree idonee approvata dalla giunta sarda il 19 settembre. “Può essere considerata a tutti gli effetti una norma ‘blocco rinnovabile’ per tutta l’isola”, secondo l’associazione Coordinamento FREE.
“Attendiamo un chiarimento”: la reazione di Coordinamento FREE
In base al Ddl, infatti, “solo l’1 per cento del territorio sardo è idoneo” all’installazione di impianti a fonti rinnovabili, stando a quanto affermato dalla presidente della Regione, Alessandra Todde. I membri di Coordinamento FREE sostengono che una simile proposta di legge, per quanto pubblicizzata come “modello virtuoso di transizione ecologica basato sullo sviluppo sostenibile e sulla tutela dell’ambiente e dei cittadini sardi”, possa indicare soltanto una cosa: o la giunta sarda non crede che la transizione energetica sia una priorità, oppure “non vuole che la Sardegna dia il suo contributo”.
“Attendiamo un chiarimento e questa volta vorremmo che le scelte appena fatte fossero ben argomentate e puntuali. Il futuro, energetico e climatico dell’Italia non può rimanere nell’ambiguità ed è necessario oggi che le scelte, in una direzione o in un’altra, fossili o rinnovabili, siano chiare”, commenta il presidente dell’associazione, Attilio Piattelli.
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Le perplessità sul piano ambientale
“La selezione delle aree idonee e non idonee avrebbe dovuto favorire il rapido sviluppo di energia rinnovabile in tutto il Paese, garantendo iter autorizzativi semplificati e snelli in quelle aree particolarmente vocate all’installazione degli impianti. Allo stato dei fatti, invece, il Governo e la Regione Sardegna condividono la responsabilità di mettere a serio rischio la produzione di energia rinnovabile nella regione con il più alto tasso di emissioni di CO2 pro capite e con un mix energetico che vede ancora una preponderanza di carbone e derivati del petrolio”, aggiunge l’alleanza Sardegna Rinnovabile, formata da WWF Italia, Legambiente, Greenpeace Italia e Kyoto Club.
I rischi per i progetti di revamping e repowering
Si tratta di una posizione sostanzialmente condivisa da Italia Solare e ANEV, preoccupate dall’impatto sui settori del fotovoltaico e dell’eolico. Le imprese rappresentate da Elettricità Futura temono che, con la nuova legge, sarà impossibile centrare l’obiettivo di installare oltre 6 GW di nuova capacità al 2030 come previsto dal DM Aree Idonee.
“Approfittando delle carenze del DM Aree Idonee, la Regione Sardegna, con la Delibera n. 36/1 del 19 settembre 2024, ha legiferato sulle aree idonee con effetti retroattivi e con criteri che renderanno probabilmente non idoneo il 99 per cento del territorio sardo e renderanno impossibile, di fatto, realizzare i progetti di revamping e repowering”, afferma Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura.
#AreeIdonee @ReRebaudengo: Come volevasi dimostrare, approfittando delle carenze del Decreto la #Sardegna ha legiferato sulle aree idonee con effetti retroattivi e con criteri che renderanno probabilmente non idoneo il 99% del territorio sardo https://t.co/qMnV8m06Kp pic.twitter.com/ZOdLFvKJNt
— Elettricità Futura (@E_Futura) September 23, 2024
Le proposte di Elettricità Futura
Per evitare che anche le altre Regioni blocchino i progetti già avviati e la possibilità per l’Italia di raggiungere i suoi obiettivi energetici e climatici, è di fondamentale importanza e di estrema urgenza, secondo l’organizzazione, che il Governo emani una norma che le obblighi a conformarsi ai seguenti criteri:
- le aree idonee individuate ex lege dall’articolo 20 del D.Lgs. n. 199/2021 di attuazione della Direttiva (UE) 2018/2001 (“Direttiva RED II”) devono continuare ad essere considerate aree idonee;
- le nuove disposizioni regionali non dovranno applicarsi ai progetti per i quali sia stata avviata almeno una delle procedure amministrative necessarie ad ottenere l’autorizzazione a realizzare l’impianto (in coerenza con quanto fatto dal Governo con l’art. 5 del DL Agricoltura). In ogni caso, dovranno essere fatti salvi tutti i progetti, già in corso di autorizzazione, che dal 2021 ad oggi sono stati localizzati nelle aree idonee ex lege (art. 20 d.lgs. 199/2021).
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