Rinnovabili penalizzate dai due provvedimenti contro il Caro energia

Anev e Italia Solare al Governo propongono una norma che introduca un contributo di solidarietà che colpisca gli effettivi sovraprofitti

comunità energetiche autoconsumo collettivo“Inique, mal congegnate e suscettibili di colpire soggetti che non hanno avuto extraprofitti” così Anev e Italia Solare le due associazioni che rappresentano eolico e fotovoltaico in Italia si riferiscono alle misure mese in atto dal Governo per contrastare il “caro energia” in una lettera aperta al Presidente del Consiglio Mario Draghi e ai Ministri Franco, Cingolani e Giorgetti.

La lettera si riferisce all’articolo 15-bis del decreto-legge 4/2022 e all’articolo 37 del decreto-legge 21/2022, convertito dalla legge 51/2022, come modificato dall’articolo 55 del DL 50/2022, in fase di conversione. “Due provvedimenti che penalizzano in particolar modo il settore delle fonti rinnovabili”.

La proposta delle due associazioni per contrastare il caro energia

Anev e Italia Solare suggeriscono di inserire al posto dei due provvedimenti una norma che introduca un contributo di solidarietà che colpisca gli effettivi sovraprofitti. Per farlo si possono prendere come riferimento la base imponibile del maggior utile netto risultante dal bilancio consuntivo 2021 rispetto al consuntivo del 2019. Un riferimento che esula dall’impennata dei prezzi che è iniziata nel secondo semestre 2021 e salta il 2020 a causa degli impatti avuti su tutti i settori dal Covid. Una misura che le associazioni suggeriscono di distribuire su “tutti gli operatori economici e non solo quelli dell’energia, sia per ragioni di equità, sia per una maggiore solidità della norma in caso di ricorsi alla Corte Costituzionale”.

Come i due provvedimenti penalizzano le rinnovabili

Nello specifico le associazioni sottolineano come l’articolo 15-bis “impone un cap ai ricavi di circa 60 euro/MWh che ha la presunzione di stabilire quale sia il giusto ricavo, prescindendo dai piani di investimento degli operatori. Una scelta che secondo le associazioni arreca un danno a oltre 50.000 imprese “costrette a cedere le eccedenze a prezzo cappato e a soddisfare i fabbisogni aggiuntivi acquistando elettricità sul mercato a prezzo pieno”.

L’art. 37 è rivolto al settore energetico in generale con il risultato di infierire per ben due volte sui produttori da fonti rinnovabili. “Per altro, non vi è certezza che il meccanismo individuato incida realmente sui soggetti che hanno ottenuto effettivi extraprofitti dalla vendita dell’energia, poiché potrebbero essere colpite anche operazioni straordinarie completamente estranee alla vendita dell’energia” sottolineano nella nota stampa.


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