Il 7 ottobre il ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili Enrico Giovannini ha firmato il decreto che assegna 2,8 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Altri 20 milioni circa per attuare il Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (PinQua).
Sono state approvate complessivamente 159 proposte di progetti di rigenerazione urbana ed edilizia residenziale pubblica, presentate da regioni, comuni e città metropolitane.
Il 40% dei fondi andrà al Mezzogiorno
Il 40% delle risorse è destinato a progetti da realizzare nel Mezzogiorno. L’obiettivo è quello di ridurre il disagio abitativo, migliorare sensibilmente la qualità degli immobili e rigenerare complessivamente quei centri urbani lasciati al degrado. Soprattutto quelli situati nelle periferie.
“Le persone sono al centro del Pnrr e il finanziamento di questi progetti segna un punto di svolta nelle politiche per la rigenerazione urbana su tutto il territorio nazionale, al fine di migliorare in modo significativo il benessere e l’inclusione sociale”, ha commentato in una nota stampa il ministro. “Le risorse del Piano consentono di rigenerare, attraverso progetti di qualità, il tessuto urbano in un’ottica di sostenibilità non solo economica e sociale, ma anche ambientale, evitando ulteriore consumo di suolo nel rispetto del principio europeo del “Do not significant harm”.
Il PinQua
Il PinQua è stato avviato negli anni scorsi con 800 milioni di euro di finanziamenti nazionali. Successivamente, ritenuto elemento fondamentale nella strategia del ministero, quest’ultimo ne ha assunto il coordinamento attraverso la direzione generale per l’Edilizia statale, le politiche abitative, la riqualificazione urbana e gli interventi speciali. I 2,8 miliardi sbloccati con la firma di Giovannini si sommano ai fondi previsti in precedenza.
I progetti dovranno tenere conto per la prima volta del principio del Next generation EU di “non arrecare danno significativo all’ambiente” (Do not significant harm, Dnsh). Saranno soddisfatti anche gli indicatori di impatto sociale, culturale, economico finanziario e tecnologico.
“Proprio per le ricadute positive di questi progetti sulle comunità e sui territori”, ha aggiunto il ministro, “auspichiamo che le Regioni e le altre amministrazioni locali riescano a trovare fondi aggiuntivi per realizzare quegli interventi che, pur avendo superato positivamente la valutazione di merito, non hanno un’adeguata copertura finanziaria”.
Le tempistiche
Tutte le opere si dovranno realizzare entro il 31 marzo 2026. Gli enti destinatari dei fondi devono necessariamente trasmettere entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del decreto il cronoprogramma dei singoli progetti.
I progetti ammessi
Tra i 159 progetti, otto vengono definiti pilota ad alto rendimento. Tra questi, ad esempio, il progetto di Bari nei pressi della stazione ferroviaria, che collegherà il centro storico all’area più moderna della città. Tra i progetti pilota figurano anche quello per Messina, sempre finalizzato a riqualificare il patrimonio edilizio e aumentare gli spazi verdi e i collegamenti. Nel caso del progetto pilota “Lamezia Spazio-generazione 2021” l’obiettivo è arginare lo spopolamento dei quartieri. Rimettendo in sesto delle abitazioni che invece possono aiutare le famiglie in stato di indigenza.
Gli interventi in favore della mobilità sostenibile
Volta a diffondere la mobilità sostenibile è la realizzazione di piste ciclabili, come quella contemplata per Lamezia Terme e la riqualificazione del suo lungomare. A Milano il progetto pilota si rivolge alle periferie per rigenerare il tessuto abitativo e mettere mano anche al disagio socio-economico. Così anche nelle Marche e in Molise: qui gli interventi sono finalizzati a ridurre il disagio abitativo e risollevare le aree degradate.
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