“Il Tmb Salario non riaprirà mai più: questa è una bella notizia e una grande vittoria per la città e i residenti. A tre mesi dalla mia lettera con la richiesta di revoca alla Regione Lazio, finalmente l’atto che rende definitivamente inutilizzabile quell’impianto per i rifiuti è una realtà”. Così il sindaco di Roma Virginia Raggi commenta, in una nota, la revoca da parte di Regione Lazio dell’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) che sancisce la chiusura definitiva dell’impianto meccanico biologico Ama di via Salaria, distrutto da un incendio lo scorso dicembre. L’azienda di gestione dei rifiuti della capitale si occuperà delle operazioni di bonifica e ripristino, previa attuazione delle relative procedure di “fine vita”. Il ritiro dell’AIA da parte della Regione arriva dopo qualche settimana dall’invio della lettera da parte di Ama.
L’incendio
Le fiamme erano divampate alle 4:30 di mattina dell’11 dicembre 2018 e avevano interessato la zone in cui i rifiuti vengono scaricati dai camion. Immediato era stato l’intervento dei vigili del Fuoco che già dalle prime ore del mattino avevano iniziato le operazioni per lo spegnimento dell’incendio.
Cos’è l’AIA
Nello specifico si tratta di un provvedimento con cui viene autorizzato l’esercizio di un impianto in applicazione delle norme di riferimento, sostituendo ad ogni effetto ogni altro visto, nulla osta, parere o autorizzazione in materia ambientale. Tra i settori industriali che richiedono questa procedura ci sono, oltre alla gestione dei rifiuti, anche le attività energetiche, la produzione e trasformazione dei metalli e i processi industriali dei prodotti minerari.
Le tipologie di Aia sono due: regionale e statale. La competenza statale subentra al superamento di determinate soglie specificate nel testo normativo.
La questione rifiuti a Roma
Continua il confronto tra Comune e Regione per la gestione delle criticità legate alla raccolta dei rifiuti a Roma, una situazione che corre il rischio di configurarsi nuovamente in termini emergenziali, come accaduto lo scorso giugno. Tra le tante questioni sul banco la gestione della raccolta differenziata per i commercianti e la carenza di impianti di smaltimento e di conferimento dei rifiuti.
Tari più alta d’Italia per i commercianti
I dati di Confcommercio sottolineano come i commercianti della Capitale paghino la Tari più alta in Italia. Se la media nazionale si attesta su un valore di 20,47 euro al metro quadro per un ristorante e su un valore di 16,08 euro al metro quadro per un bar, le attività commerciali di Roma devono invece versare rispettivamente 39,42 e 34,91 euro al metro quadro.
Cifre che mostrano un aumento generalizzato di questa tassa su tutto il territorio nazionale. Il valore record è del Lazio che registra un dato medio procapite di 261 euro nel 2018, con un aumento del 7% rispetto all’anno precedente.
Campo Testaccio, progetto pilota per il riciclo del terreno
Rimanendo in tema di rifiuti a Roma, grazie alla collaborazione tra Dipartimento Sport e Dipartimento Tutela Ambientale, si sta pensando di candidare Campo Testaccio come progetto pilota per il riutilizzo di terre da scavo, nel rispetto della normativa di settore e dei principi dell’economia circolare. L’impegno prioritario del dipartimento dello sport, come si legge in una nota, è quello di “restituire gli spazi mettendo in atto le azioni preliminari alla messa in sicurezza dell’area, stanziando circa 250mila euro per coprire in parte le buche presenti”. La struttura, ancora in carico al dipartimento in attesa di trasferimento al Municipio I, presenta una parte di fognolo scoperto e diversi avvallamenti, scavati quando si voleva creare un parcheggio nell’area, che non permettono l’accessibilità in sicurezza.
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