“Il comune di Milano, senza alcun confronto con i diretti interessati, ha introdotto nuovi oneri su cittadini e imprese, in nome di un beneficio ambientale tutto da dimostrare”. Così in una nota stampa congiunta Assopetroli-Assoenergia e Grandi reti spiegano i motivi alla base di ricorsi al Tribunale amministrativo regionale (Tar) contro il Regolamento per la qualità dell’aria del comune di Milano.
I ricorsi al Tar
Il primo è contro l’obbligo di installazione delle colonnine di ricarica
Le associazioni rappresentano i comparti del commercio di carburanti e dei servizi per l’efficienza energetica e hanno presentato un primo ricorso per l’obbligo di installazione di colonnine di ricarica elettrica su tutti gli impianti di distribuzione carburanti del territorio comunale. “Un provvedimento calato dall’alto che non tiene conto di molte criticità”, affermano in nota, “l’onere economico a carico delle aziende, l’ancora scarsissima redditività del servizio di ricarica e il problematico ritorno dell’investimento, l’assenza di un parco circolante che giustifichi un onere indifferenziato sull’intera categoria a prescindere da ogni valutazione qualitativa”.
Decisione calata dall’alto scoordinata dal quadro regolatorio
La decisione rappresenta un obbligo “del tutto irragionevole”, “che viola la libertà d’impresa in modo insensato”, una misura sproporzionata “resa ancor più manifesta dall’imposizione, perfino ai punti vendita privi dello spazio fisico per i punti di ricarica, di individuare altrove, fuori dal sedime dell’impianto, dove poter adempiere all’obbligo. Tutto ciò a pena di ingenti sanzioni”.
“Benché l’impianto carburanti, a tecnologie mature, potrà essere l’infrastruttura ideale per la ricarica veloce dell’auto elettrica”, prosegue la nota, “ad oggi non esistono le condizioni tecniche, economiche e perfino regolatorie per giustificare un’iniziativa su scala generalizzata”. Dunque, “una fuga in avanti che pretende di segnalare una sensibilità politica, ma in modo scoordinato dal quadro regolatorio di riferimento e dalla realtà”. Il comune di Milano, aggiungono le associazioni in nota, “non dispone nemmeno della potenza elettrica necessaria al recharge e dunque necessiterebbe di interventi infrastrutturali spesso incompatibili con gli spazi a disposizione”.
Il secondo è contro la messa al bando delle nuove caldaie entro il 1° ottobre 2022
Il secondo ricorso riguarda il divieto d’installazione di nuove caldaie alimentate a combustibili liquidi, inclusi biocarburanti ed emulsioni, e la messa al bando dal 1° ottobre 2022 di tutte le caldaie sotto i 3 MW con la stessa alimentazione. “Condividiamo la necessità di assicurare una migliore qualità dell’aria sul territorio del comune di Milano”, che sarebbe possibile grazie proprio all’utilizzo dei combustibili liquidi, ma il rischio “è spingere i cittadini, oltretutto a caro prezzo, verso soluzioni tecnologiche ambientalmente subottimali”.
I due ricorsi, concludono Assopetroli-Assoenergia e Grandi reti, potrebbero aprire un confronto di merito costruttivo con l’amministrazione. Dialogo che, lamentano, “purtroppo è mancato, nonostante le richieste avanzate”.
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