“I nuovi piani nazionali per il clima devono fissare obiettivi chiari di riduzione delle emissioni di gas serra in tutti i settori economici, definendo politiche e finanziamenti concreti per raggiungerli”. E’ quanto chiede il WWF in una nota relativa agli impegni da svolgere nei prossimi 12 mesi. Prevedendo anche finanziamenti diretti “ai settori, alle infrastrutture critiche e alle comunità più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico”.
“Gli elevati livelli di gas serra sono purtroppo solo uno dei tanti record climatici battuti nel 2023.” rimarca nella nota Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, alla vigilia della Conferenza sul Clima che terrà a Baku dall’11 al 22 Novembre, ha dichiarato: “La scorsa settimana il programma ambientale delle Nazioni Unite aveva fornito altri dati sconfortanti sull’inadeguatezza dell’azione sul clima, con le politiche climatiche attuali saremmo destinati a un riscaldamento globale di 3,1°C. Questo deve fungere da sirena d’allarme per i decisori politici che si riuniranno tra due settimane in Azerbaijan, è necessaria una rapida virata, siamo arrivati a questo punto a forza di rinvii”.
L’attivista sottolinea come sia necessario “rimuovere le cause, in primis l’uso dei combustibili fossili e la deforestazione”.
Due report internazionali mostrano criticità in aumento
A dare maggior urgenza alle richiesta del WWF i dati emersi negli ultimi giorni da due rapporti l’Unep dove l’Organizzazione meteorologica mondiale, ha segnalato come le concentrazioni di gas serra hanno raggiunto un nuovo record nel 2023. mentre il rapporto NDC Synthesis delle Nazioni Unite evidenzia come gli attuali piani climatici nazionali siano inefficaci registrando “una riduzione delle emissioni di appena il 2,6% rispetto ai livelli del 2019 entro la fine del decennio”.
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“Chi teorizza tempi lunghi e addirittura vuole ritardare la transizione, invece che accelerarla, o non conosce i rischi o fa il gioco di chi antepone interessi di pochi al futuro di tutti e tutte. Oggi i veri nemici dell’umanità sono gli inattivisti climatici e coloro che non cercando di fermare la perdita di biodiversità” conclude Midulla.
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