Giovedì 16 novembre, il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE hanno raggiunto un accordo provvisorio riguardo l’aggiornamento delle leggi comunitarie inerenti ai crimini ambientali e l’inasprimento delle relative sanzioni. Saranno considerati reati di carattere ambientale anche l’uso di mercurio e gas fluorurati, l’importazione di specie invasive, l’inquinamento causato dalle navi e l’esaurimento illegale delle risorse idriche.
Stop alla distruzione degli ecosistemi
I legislatori europei hanno concordato anche sulla necessità di prevedere sanzioni più severe per i reati che causano la distruzione di un ecosistema o di un habitat all’interno di un sito protetto, che influiscono sulla qualità dell’aria, dell’acqua o del suolo. Tra questi, si legge nel comunicato stampa del Parlamento europeo, figurano “reati paragonabili all’ecocidio”, come l’inquinamento diffuso e gli incendi boschivi su larga scala, che hanno “risultati catastrofici”.
🎉INCREDIBLE NEWS!🎉#EU agrees on new offence aimed at preventing + punishing “cases comparable to #ecocide”.
Huge win for the global #EcocideLaw movement. Next – the @IntlCrimCourt !!
Read the full article here: https://t.co/zbWiBmVX0c#StopEcocide @marietouss1 @wemoveEU pic.twitter.com/MmKh1Rlql3
— Stop Ecocide International (@EcocideLaw) November 17, 2023
Questi crimini saranno punibili con otto anni di reclusione. Tutti coloro che si macchieranno di reati ambientali causando anche la morte delle vittime potranno essere condannati a dieci anni di reclusione. Saranno previsti anche altri tipi di sanzioni, da multe di varia entità fino all’obbligo di ripristinare l’ambiente danneggiato o di risarcire il danno causato. Le aziende potranno fronteggiare anche il ritiro delle licenze, il divieto di accesso ai finanziamenti pubblici o la chiusura.
Il ruolo della prevenzione
Gli eurodeputati hanno assicurato che chiunque denuncerà un crimine ambientale riceverà sostegno e protezione. Gli Stati membri dovranno impegnarsi a promuovere campagne di sensibilizzazione contro l’ecocidio e a formare i propri corpi di polizia, mentre nel caso di reati transfrontalieri le autorità nazionali saranno tenute a cooperare tra loro.
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“Abbiamo negoziato con successo una posizione di tolleranza zero nei confronti dei crimini ambientali che hanno enormi conseguenze per la salute umana e l’ambiente. È fondamentale combatterli a livello europeo con sanzioni armonizzate ed efficaci”, ha commentato il referente Antonius Manders.
“La prevenzione è fondamentale, ed è per questo che abbiamo evidenziato la necessità di maggiori risorse, ricerca, formazione e campagne di sensibilizzazione rivolte sia al settore pubblico che a quello privato. Non sarà più possibile nascondersi dietro a scappatoie legislative: chi inquina, sarà costretto a pagare per i suoi crimini, non solo tramite il pagamento di multe, ma anche con il carcere”.
Reati ambientali e criminalità organizzata
Le nuove norme dovranno essere formalmente approvate dalla Commissione giuridica e dal Parlamento europeo nel suo complesso, nonché dal Consiglio. Sarà un momento importante, dato che i crimini ambientali rappresentano la quarta attività criminale più grande al mondo e sono fra le principali fonti di reddito per la criminalità organizzata insieme alla droga, alle armi e al traffico di esseri umani.
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