Pene più severe per il reato di ecocidio nell’UE

Anche se le nuove disposizioni fanno riferimento soltanto a reati “paragonabili all’ecocidio”, si tratta comunque di un importante passo avanti nella tutela degli ecosistemi comunitari.

Ecocidio
Foto di Antoine GIRET su Unsplash

Giovedì 16 novembre, il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE hanno raggiunto un accordo provvisorio riguardo l’aggiornamento delle leggi comunitarie inerenti ai crimini ambientali e l’inasprimento delle relative sanzioni. Saranno considerati reati di carattere ambientale anche l’uso di mercurio e gas fluorurati, l’importazione di specie invasive, l’inquinamento causato dalle navi e l’esaurimento illegale delle risorse idriche.

Stop alla distruzione degli ecosistemi

I legislatori europei hanno concordato anche sulla necessità di prevedere sanzioni più severe per i reati che causano la distruzione di un ecosistema o di un habitat all’interno di un sito protetto, che influiscono sulla qualità dell’aria, dell’acqua o del suolo. Tra questi, si legge nel comunicato stampa del Parlamento europeo, figurano “reati paragonabili all’ecocidio”, come l’inquinamento diffuso e gli incendi boschivi su larga scala, che hanno “risultati catastrofici”.


Questi crimini saranno punibili con otto anni di reclusione. Tutti coloro che si macchieranno di reati ambientali causando anche la morte delle vittime potranno essere condannati a dieci anni di reclusione. Saranno previsti anche altri tipi di sanzioni, da multe di varia entità fino all’obbligo di ripristinare l’ambiente danneggiato o di risarcire il danno causato. Le aziende potranno fronteggiare anche il ritiro delle licenze, il divieto di accesso ai finanziamenti pubblici o la chiusura.

Il ruolo della prevenzione

Gli eurodeputati hanno assicurato che chiunque denuncerà un crimine ambientale riceverà sostegno e protezione. Gli Stati membri dovranno impegnarsi a promuovere campagne di sensibilizzazione contro l’ecocidio e a formare i propri corpi di polizia, mentre nel caso di reati transfrontalieri le autorità nazionali saranno tenute a cooperare tra loro.

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“Abbiamo negoziato con successo una posizione di tolleranza zero nei confronti dei crimini ambientali che hanno enormi conseguenze per la salute umana e l’ambiente. È fondamentale combatterli a livello europeo con sanzioni armonizzate ed efficaci”, ha commentato il referente Antonius Manders.

“La prevenzione è fondamentale, ed è per questo che abbiamo evidenziato la necessità di maggiori risorse, ricerca, formazione e campagne di sensibilizzazione rivolte sia al settore pubblico che a quello privato. Non sarà più possibile nascondersi dietro a scappatoie legislative: chi inquina, sarà costretto a pagare per i suoi crimini, non solo tramite il pagamento di multe, ma anche con il carcere”.

Reati ambientali e criminalità organizzata

Le nuove norme dovranno essere formalmente approvate dalla Commissione giuridica e dal Parlamento europeo nel suo complesso, nonché dal Consiglio. Sarà un momento importante, dato che i crimini ambientali rappresentano la quarta attività criminale più grande al mondo e sono fra le principali fonti di reddito per la criminalità organizzata insieme alla droga, alle armi e al traffico di esseri umani.


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