L’Acqua deve essere un bene comune, come chiese l’Onu il 28 luglio 2010. A sottolinearlo in una nota è Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della fondazione UniVerde che ha rilanciato l’appello pubblicato oggi e firmato con Petrella insieme a ex ministri di vari Paesi, università e società civile.
“Acqua deve essere bene comune come chiese Onu”
“Il 28 luglio 2010 l’Onu riconosceva per la prima volta il diritto all’acqua come diritto umano universale e fondamentale”, afferma in nota Pecoraro Scanio. “Purtroppo quella decisione Onu non ha avuto attuazione. Come ricorda Riccardo Petrella, uno dei leader mondiali del movimento per l’acqua che da ministro dell’Ambiente volli nel Coviri, il Comitato per la vigilanza sull’uso delle risorse idriche”.
Acqua bene comune per l’Onu, un principio non attuato
“Ancora oggi 2,2 miliardi di persone non sanno che cos’è l’acqua potabile. E 4,2 non hanno accesso ai servizi igienici”, aggiunge il presidente di fondazione UniVerde. “Più di 9 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno per malattie causate, tra l’altro, dalla mancanza di acqua pulita. Il lavaggio delle mani è un atto impossibile per centinaia di milioni di esseri umani. Con le conseguenze che conosciamo bene in questo periodo di pandemia”.
“Serve un piano mondiale per l’acqua”
“Poi c’è il dramma della scarsità d’acqua e inquinata in tante parti del mondo, di fiumi moribondi e aumento di siccità e alluvioni. Serve un piano mondiale per l’acqua e di adattamento ai cambiamenti climatici in atto”, conclude Pecoraro Scanio.
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