“L’energia rappresenta una grande opportunità per tutto il Mediterraneo”. Così il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, ha inaugurato l’edizione 2019 dell’Offshore Mediterranean Conference, che ha aperto i battenti nella città romagnola lo scorso 27 marzo. “Il nostro Paese deve scegliere tra l’avere un approccio scientifico o demagogico”.
L’appuntamento europeo per l’industria off shore non esula dalle tensioni che il comparto sta vivendo in questi ultimi mesi. Un tema quello della professionalità e dell’occupazione, stressato da un Piano nazionale energia e clima che sembra non tener conto del comparto, oscurato dall’ombra degli obiettivi di sostenibilità previsti dall’Onu.
Il settore in Italia rappresenta un fiore all’occhiello in know how tecnologico e racchiude oltre mille compagnie specializzate e un centinaio di aziende collegate al settore con attività ancillari.
Ma non è solo il tema del lavoro al centro della richiesta del sindaco, in quanto il contrasto tra rinnovabili e fossili a suo parere “è una invenzione”. “Quello che conta è lo sviluppo tecnologico e industriale e si può ottenere con un valido mix energetico, in cui il Mediterraneo può tornare al centro delle strategie europee”. Le scelte in riferimento alla normativa sulle estrazioni sono ancora storia fresca. Ne è testimonianza la minore presenza di aziende e di pubblico che si inizia a registrare nella fiera, che anche se un momento di incontro di riferimento internazionale ha subito la posizione del governo italiano sul comparto. Da Ravenna in questi giorni ci si aspetta che qualcosa cambi.
“Porterò quanto visto e conosciuto in questi incontri al Ministero” ha promesso Giancarlo Giorgietti sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, al termine del suo intervento nella sessione di apertura, e ha sottolineato: “è l’unico impegno che mi sento di prendere”.
“Oggi si è nettamente percepito che il sottosegretario è consapevole degli errori che sono stati commessi” ha commentato il Sindaco di Ravenna Michele de Pascale a margine della conferenza (nella video intervista realizzata integrale) “Diminuire la produzione nazionale di gas per aumentarne le importazioni è un’idea che non ha nulla a che fare con l’ambiente (…) Solo trasportare gas ne consuma il 25-30%. Quindi un gas trasportato è un gas che consuma e inquina circa un 25-30% in più”.
Un tema che si combatte su più fronti anche se come assicura Pratima Rangarajan Ceo di Oil and gas climate initiative, iniziativa delle dieci compagnie petrolifere che rappresentano insieme circa il 20% del mercato, impegnate nella sostenibilità e nel combattere il cambiamento climatico “L’attenzione del comparto alla carbon neutrality è massima. Ma va seguita lungo tutto la filiera, non c’è solo l’estrazione”.
Concetto che sottolinea anche nel commento video che ci ha rilasciato, in cui chiediamo se la visione green del comparto abbraccia anche gli aspetti di bonifica del suolo delle raffinerie. Sicuramente qualsiasi industria e attività umana deve guardare all’insieme delle sue attività e affrontare in modo olistico l’impatto sul territorio e l’ambiente e questo vale per ogni forma industriale. Sta al governo oltre che alle imprese vigilare che questo accada.
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