Oggi, 2 agosto, non è un giorno come tutti gli altri: è l’Earth Overshoot Day. Abbiamo esaurito le risorse rinnovabili che la Terra è in grado di offrirci nel 2023. Da questo momento, siamo in debito; un po’ come se avessimo richiesto un prestito. Un pianeta, infatti, non ci basta: stiamo consumando l’equivalente di 1,7 pianeti.
E l’Italia è fra i Paesi che consumano di più, tant’è che a livello nazionale l’Overshoot Day è stato il 15 maggio. Il Qatar è il Paese meno virtuoso (10 febbraio), mentre la Giamaica è la nazione più morigerata (20 dicembre).
Il lavoro del Global Footprint Network
Queste date sono calcolate dal Global Footprint Network, sulla base dei National Footprint and Biocapacity Accounts e dei dati aggiuntivi forniti dal Global Carbon Project. L’obiettivo del network è di costruire un ponte fra il mondo scientifico, economico e politico per cambiare il modo in cui gestiamo le risorse naturali e creare i presupposti per un futuro sostenibile.
Nel 2022, l’Earth Overshoot Day era caduto il 28 luglio: data che, in base ai nuovi calcoli di quest’anno, è stata aggiornata al primo agosto. La tendenza sembra essersi stabilizzata negli ultimi tempi, ma questo non vuol dire che si possa evitare di agire per invertirla. Basti pensare che nel 1971, primo anno in cui venne calcolato, l’Overshoot Day era coinciso con il giorno di Natale.
L’appello degli scienziati
Per centrare l’obiettivo dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) di ridurre del 43 per cento le emissioni globali di gas serra entro il 2030, rispetto al 2010, sarebbe necessario spostare in avanti l’Earth Overshoot Day di diciannove giorni all’anno per i prossimi sette anni. Non abbiamo tempo da perdere. Ne sono convinti i cento scienziati che hanno indirizzato una lettera aperta ai media italiani, i quali “parlano ancora troppo spesso di maltempo invece che di cambiamento climatico”.
“Giornalisti, parlate delle cause della crisi climatica, e delle sue soluzioni. Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore”. Questo l’appello degli scienziati, dal premio Nobel Giorgio Parisi al climatologo Luca Mercalli.
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Le soluzioni per posticipare l’Overshoot Day
Anche secondo il WWF, ci sono molte soluzioni che possono essere adottate dalle comunità e dai singoli individui per mitigare l’impatto ambientale delle attività umane: per esempio, se usassimo energia proveniente per il 75 per cento da fonti rinnovabili, potremmo spostare l’Overshoot Day di ventisei giorni, mentre dimezzare lo spreco alimentare farebbe guadagnare tredici giorni. Anche ridurre il consumo di prodotti di origine animale, insieme al consumo di plastica, è fondamentale.
Non a caso, Earthday.org ha scelto “Planet vs. Plastics” come tema per la prossima Giornata della Terra, che cadrà il 22 aprile 2024. La produzione di plastica è cresciuta fino a superare i 380 milioni di tonnellate l’anno. Earthday.org vuole contribuire a tagliare la produzione del 60 per cento entro il 2040 (60×40), promuovendo nuove ricerche riguardo all’impatto delle microplastiche sulla biodiversità e sulla salute umana, lottando contro la plastica monouso e la fast fashion, e sostenendo la diffusione di materiali innovativi e nuove tecnologie che possano accelerare il cambiamento. Non scordiamolo mai: non esiste un pianeta B!
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