Next Mobility Exhibition, il futuro è nella mobilità collettiva e intermodale

È puntando sul trasporto pubblico e sugli spostamenti condivisi che riusciremo a ridurre l’impatto dei viaggi: un tema emerso alla Next Mobility Exhibition di Milano.

  • La Next Mobility Exhibition è una fiera internazionale sul tema della mobilità collettiva.
  • Durante l’edizione 2022, in programma nella città di Milano dal 12 al 14 ottobre, Assolombarda ha presentato un paper contenente delle proposte per la ripresa del trasporto pubblico locale.
  • Il Politecnico di Milano, invece, ha portato il suo ultimo rapporto sull’andamento del mercato degli autobus di lunga percorrenza in Italia.
Next Mobility Exhibition, mobilità collettiva
Foto di Elisabetta Scuri/Canale Energia

“Il trasporto pubblico locale rappresenta un fattore chiave per la crescita e la competitività delle nostre città e dei territori circostanti”. Queste le parole di Alessandro Fidato, presidente del gruppo trasporti, logistica e infrastrutture di Assolombarda. Il 13 ottobre, in occasione della Next Mobility Exhibition, l’associazione delle imprese che operano nelle province di Monza e Brianza, Lodi, Pavia e Milano ha presentato un position paper dal titolo “Le condizioni e le proposte per la ripresa del trasporto pubblico locale”.

Il paper analizza la mobilità prima e durante la pandemia, per poi dare delle indicazioni riguardo alle tendenze future. I tre driver principali che devono guidare l’evoluzione del trasporto pubblico locale (TPL) sono: lo sviluppo di una filiera per l’innovazione tecnologica dei mezzi di trasporto; il potenziamento delle infrastrutture fisiche e digitali a supporto dei servizi di mobilità; l’adeguamento del quadro normativo di riferimento.

Lo shift modale

“Tra le sfide che attendono il TPL c’è lo shift modale: almeno il 10 per cento dell’attuale trasporto privato deve diventare pubblico. Bisogna rendere il TPL più attraente, migliorando l’offerta e garantendo un servizio più efficiente e più accessibile”, ha spiegato Alessandro Fidato. Un punto fondamentale, considerando i risvolti positivi e negativi della pandemia. Da un lato, lo smart working ha ridotto gli spostamenti e, di conseguenza, l’inquinamento. Dall’altro, ha spinto alcune persone a privilegiare l’automobile a discapito di mezzi pubblici più affollati.

“Stiamo registrando un progressivo aumento del numero di passeggeri sulle nostre linee che, però, raggiunge il 75-80 per cento rispetto ai valori del 2019. Nel fine settimana si raggiungono punte del 90. Una parte importante, probabilmente, la fa lo smart working. Il resto speriamo lo facciano le biciclette e altri mezzi di mobilità dolce, ma il timore è che molti cittadini siano tornati a usare l’automobile”, ha confermato Amerigo Del Buono, direttore operations esercizio di ATM (Azienda Trasporti Milanesi).

La transizione ecologica del TPL

Per cambiare idea, forse potrebbe bastare questo dato: un autobus a pieno carico sostituisce mediamente 42 autovetture. Raggiungere l’obiettivo del PNRR in merito allo shift modale comporterebbe l’emissione di 1,5 milioni di tonnellate di CO2 in meno tra il 2022 e il 2026. A partire da quella data, secondo le stime di PwC Italia, si emetterebbero ogni anno 500mila tonnellate di anidride carbonica in meno – come se smettessero di circolare circa 100mila vetture.

Le linee a lunga percorrenza

Il laboratorio di politiche dei trasporti Traspol del Politecnico di Milano ha poi presentato il suo ultimo rapporto sull’andamento del mercato degli autobus di lunga percorrenza in Italia. La gomma, infatti, non è sinonimo soltanto di TPL. Grazie a un database strutturato con cinque anni di monitoraggio, è stato possibile fornire una visione d’insieme dell’andamento del mercato sia nella sua interezza, sia nelle differenti aree territoriali.

Il mix demografico degli utenti dei bus è cambiato ancora nel 2021. La classe di età 18-24 ha continuato la sua ripresa relativa, tornando ai livelli del 2017. Si tratta del gruppo con minor disponibilità di auto privata, maggiore attenzione alla spesa e minore vulnerabilità al coronavirus. “Il mercato è cambiato, stiamo facendo di tutto per ridare fiducia ai nostri utenti. C’è anche un problema legato al costo della vita che, giustamente, preoccupa i viaggiatori. La nostra strategia è quella di aumentare ancora di più la qualità del servizio che offriamo”, ha commentato Gerardo Marino, amministratore delegato di MarinoBus.

Dal mese di maggio dell’anno scorso le richieste sono tornate a crescere e i mesi estivi di luglio e agosto hanno superato quelli del 2020, pur restando su livelli di circa la metà rispetto al 2019. Nel complesso, il secondo semestre 2021 è tornato ai livelli del 2017. “Per ripartire, non dobbiamo pensare solo alla competizione fra di noi, ma piuttosto unirci per migliorare l’esperienza di mobilità per i cittadini”, ha detto Francesco Fiore, amministratore delegato di ItaBus: “Noi comunque siamo ottimisti: l’anno prossimo avvieremo il secondo step del nostro progetto e sbarcheremo all’estero”.

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Andrea Incondi, managing director di FlixBus Italia, ha concluso dicendo che, nel percorso verso la “democratizzazione del viaggio”, l’autobus ha un duplice vantaggio: “È molto più sostenibile dell’aereo, ed è anche più capillare. Noi stiamo lavorando per incrementare ulteriormente la sostenibilità del nostro servizio, lavorando su più fronti e testando varie alternative ai carburanti tradizionali”. Viaggiare può voler dire molte cose: visitare, scoprire, imparare, tornare dalla famiglia, recarsi nella propria città per votare; può essere un viaggio di lavoro, di svago. È quasi sempre qualcosa che arricchisce. Potersi arricchire senza privare l’ambiente dei suoi diritti, è veramente l’obiettivo cui aspirare.


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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.