gas Arera
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La riunione straordinaria dei 27 ministri dell’energia europei sul caro prezzi, tenutasi oggi a Bruxelles, ha raggiunto principalmente due accordi: il primo, sul via libera al prelievo sulle aziende che hanno realizzato extra profitti, il secondo è stato raggiunto sulle misure anticrisi che verranno estese come aiuti di Stato per tutto il 2023.

La commissaria europea per l’energia Kadri Simson ha dichiarato che “dobbiamo assolutamente far fallire i tentativi della Russia di manipolare il mercato dell’energia”, ma la decisione su un possibile tetto al gas russo è stata di fatto rinviata ad un prossimo vertice dei Capi di Stato e di Governo nel mese di ottobre. 

Il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha parlato dopo che, il ministro tedesco dell’energia Robert Habeck ha sostenuto che “non è ancora il momento di mettere un tetto sul prezzo del gas e che occorre che tutti siano d’accordo e soprattutto occorre rispettare le leggi di mercato”.

Su questo il ministro Cingolani ha dichiarato: “Noi abbiamo rilanciato molto intensamente sulla questione del Price cap e il risultato è stato, penso, abbastanza positivo, perché ho seguito con calma tutti i discorsi dei colleghi e, 15 Paesi si sono pronunciati chiaramente a favore di un Price cap generalizzato, cioè su qualunque importazione di gas, non solo su quella di un singolo operatore o Paese. Ci sono stati tre Paesi che preferirebbero avere il Price cap solo sul gas russo, quindi si tratta una maggioranza molto forte”. 

Sul fronte interno

Una decisione comune europea sul gas era stata più volte invocata anche dal premier Mario Draghi che intanto, sul fronte interno lavora su un nuovo decreto che attende il via libera dal Parlamento.

Ieri, il Consiglio dei Ministri ha di fatto varato un aggiustamento di bilancio, grazie ad entrate extra a livello tributario, per un ammontare di oltre sei miliardi di euro che dovrebbero così far salire l’entità del decreto, il terzo intervento in tema di rincari energetici, ad una dozzina di miliardi. Decreto che pero è slittato alla prossima settimana e per il quale servirà prima il via libera del Parlamento. 

Stessa sorte per l’iter del secondo Decreto Aiuti, provvedimento varato ad agosto e slittato anche questo alla prossima settimana, arriverà infatti martedì prossimo nell’aula del Senato, e ciò a causa del mancato accordo tra i partiti sugli emendamenti. L’ostacolo principale è costituito dal braccio di ferro ingaggiato dal Movimento 5 Stelle in difesa del Superbonus 110%. 

Queste contese elettorali potrebbero vanificare l’invito rilanciato dal premier Draghi su un passaggio di consegne ordinato al prossimo esecutivo. 


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