Ammontano a circa 570mila le tonnellate di plastica che, ogni anno, finiscono nel Mar Mediterraneo. Un bacino che ospita il 7,5 per cento di tutte le specie marine, ma “vanta” una concentrazione di microplastiche pari al 7 per cento del quantitativo globale. E la cifra, secondo il programma europeo EU Neighbors South, è addirittura destinata a quadruplicare entro il 2050.
È proprio per tutelare il Mare Nostrum e l’intero patrimonio idrico italiano che, a giugno, è nata la Water Defenders Alliance. Un’alleanza istituita da LifeGate, società benefit e network di informazione, e costituita da università, istituzioni, autorità portuali e aziende (AGN Energia, Coop, cosnova Italia, Findus, Fineco, Gruppo Hera, Ibl Banca, Mareblu, Nickelodeon-Spongebob, Rio Mare, Screen Professional Hair Care e Shiseido).
Gli obiettivi della Water Defenders Alliance
“L’intenzione della Water Defenders Alliance è quella di completare le sfide che LifeGate ha individuato in ogni singolo porto coinvolto nel progetto PlasticLess. Il futuro del Pianeta dipende da due parole chiave come sostenibilità e innovazione, ma ognuno può e deve fare la propria parte: l’alleanza nasce proprio per dare a ogni rappresentante della società civile un ruolo chiave per il cambiamento sostenibile che vogliamo vedere”, ha dichiarato Enea Roveda, CEO di LifeGate.
🤝 Forte dei risultati ottenuti in cinque anni con LifeGate PlasticLess, LifeGate lancia una coalizione per la tutela del mare: la Water Defenders Alliance.https://t.co/ukGjhxzqSy
— LifeGate (@lifegate) June 20, 2023
Le strategie per tutelare il Mare Nostrum
Fra le strategie previste, c’è l’utilizzo di droni per la ricerca dei rifiuti marini e di appositi cestini galleggianti per la raccolta degli stessi. Saranno effettuate, inoltre, attività di piantumazione della posidonia oceanica e la reintroduzione, presso il Golfo della Spezia, di colonie di molluschi nostrani.
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Considerando poi che, secondo le stime dell’Ispra, il Mediterraneo subisce sversamenti di idrocarburi per circa 600mila tonnellate l’anno, la Water Defenders Alliance ha scelto di sposare la soluzione brevettata dalla startup italiana T1 che permette di catturarli e stoccarli tramite appositi strumenti.
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