Sarebbero diverse le criticità tecniche messe a nudo dai bandi appena pubblicati dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, per finanziare con oltre 270 milioni di euro l’installazione di 6.500 infrastrutture di ricarica delle ecar. A segnalare l’anomalia Motus-E, l’associazione della filiera dell’automotive elettrico.
Sarebbe l’impianto normativo a frenare la crescita della rete di ricarica delle ecar, nonostante la recente crescita record. A mettere l’accento su questa dinamica l’associazione Motus-E. Tempistiche, poca chiarezza delle definizioni usate nei decreti e l’ampiezza degli ambiti di gara i limiti concreti con cui chi deve presentare la propria proposta si trova a scontrarsi. Una dimostrazione già i limiti addotti dalla prima tornata per cui sono disponibili solo 28gg di tempo.
“Apprezziamo molto l’impegno di questo Governo per conseguire le milestone del PNRR per la mobilità elettrica e condividiamo appieno l’esigenza di uno sforzo comune evocata dal ministro Pichetto Fratin. Proprio per questo – spiega il segretario generale di Motus-E Francesco Naso– ribadiamo la nostra massima disponibilità per individuare insieme alle istituzioni una soluzione che scongiuri la dispersione delle ingenti risorse disponibili”.
In ballo ci sono 713 milioni di euro. Un investimento che secondo le valutazioni dell’associazione sarebbe in grado di mettere in moto investimenti superiori ai 2 miliardi di euro. “Il completo impiego dei fondi avrebbe riflessi economici positivi sull’intero sistema Paese, alimentando lo sviluppo di nuove filiere industriali in cui il nostro Paese recita già oggi un ruolo di primo piano” conclude Naso.
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