Sono oltre 800 i Mobility Manager operativi in Italia. Ma chi sono e cosa fanno? Si tratta di una figura nata con il c.d. decreto Ronchi nel 1998, un decreto interministeriale nato su impulso del Ministero dell’Ambiente, e approvato di intesa con i dicasteri dei Trasporti e della Sanità, per implementare la “Mobilità sostenibile nelle aree urbane”. A tenere le fila del discorso in Italia è l’associazione Euromobility che raduna i mobility manager che lavorano nel Paese: attualmente all’appello risultano 66 Mobility Manager (MM) d’Area e circa 800 MM d’Azienda. Gli uffici dei primi sono di diverse tipologie: 53 a livello comunale, 11 a livello provinciale, 1 a livello regionale e 1 a livello di area industriale. Il Decreto ha come obiettivo quello di coinvolgere anche le aziende ed i lavoratori nella progettazione e gestione delle soluzioni alle problematiche della congestione da traffico. Il Decreto stabilisce che le aziende private e gli enti pubblici debbano identificare un mobility manager che ottimizzi gli spostamenti sistematici dei dipendenti riducendo l’uso dell’auto privata attraverso lo strumento del Piano degli Spostamenti Casa – Lavoro (PSCL). Il successivo D. M. 20/12/2000 definisce il responsabile delle strutture di supporto e coordinamento come il mobility manager d’area e i PSCL sono estesi anche alle aree industriali, artigianali, commerciali, di servizi, poli scolastici e sanitari o aree che ospitano, in modo temporaneo o permanente, manifestazioni ad alta affluenza di pubblico. Di cosa si occupano i Mobility Manager? Si tratta di una figura professionale, obbligatoria per tutte le imprese e gli Enti con più di 300 dipendenti, il cui obiettivo è la gestione degli spostamenti sistematici verso aree industriali, artigianali, commerciali, di servizi, poli scolastici e sanitari, con l’obiettivo di promuovere la mobilità sostenibile e di gestire la domanda di trasporto privato mediante il cambiamento degli atteggiamenti e del comportamento degli utenti. Il MM opera sviluppando strategie volte ad assicurare la mobilità delle persone in modo efficiente e sostenibile con scopi sociali, ambientali e di risparmio energetico. La figura si differenzia in mobility manager di area e mobility manager aziendali. Il primo coordina i mobility manager aziendali del territorio e promuove iniziative di mobilità sostenibile sul territorio. Il mobility manager di area è il riferimento di tutti i referenti ed operatori che si occupano a vario titolo della mobilità sostenibile e deve essere nominato per iniziativa dell’Ente territoriale più attivo (Comune, Provincia, Regione) nel coordinamento e nella promozione del Mobility Management. Il mobility manager aziendale opera all’interno delle aziende (private o pubbliche) predisponendo e attuando il Piano Spostamenti Casa-Lavoro, individuando soluzioni utili alla razionalizzazione dell’utilizzo individuale dell’auto privata a favore di mezzi alternativi, con preferenza verso il trasporto pubblico e i veicoli a basso impatto ambientale.
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