Milano ha registrato oggi il 75° giorno di superamento dei limiti di sostanze inquinanti in atmosfera dall’inizio dell’anno, un dato che – sottolinea Legambiente in una nota – supera quello delle annate precedenti in cui si era riscontrato un trend positivo di miglioramento della qualità dell’aria. Il capoluogo lombardo è dunque destinato, spiega l’associazione, a chiudere il 2017 con numeri negativi in controtendenza rispetto ai miglioramenti registrati negli anni precedenti. Nel 2014, infatti, i giorni di superamento erano stati 68, mentre nel 2016 73.
Da oggi, inoltre, nel capoluogo lombardo, in cui per il quarto giorno consecutivo la concentrazione di PM 10 ha superato i limiti consentiti, sono scattate le misure temporanee per il blocco della circolazione delle auto più inquinanti. Una misura prevista nell’accordo di programma del bacino padano adottato da Regione Lombardia con Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Ministero dell’Ambiente lo scorso 9 giugno.
Serve una linea più aggressiva sul fronte inquinamento
“Oggi la lotta allo smog può fare affidamento su strumenti e incentivi nel settore dell’efficienza energetica degli edifici, ma occorre che Milano intraprenda una linea molto più aggressiva se vuole essere la città che guida il processo di disinquinamento nelle città padane, nella lotta contro tutte le emissioni atmosferiche: quelle inquinanti ma anche quelle che contribuiscono al cambiamento climatico”, ha sottolineato in una nota Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Questo è il ruolo che reclamiamo per il capoluogo lombardo: aprire la road map del cambiamento! Un ruolo possibile solo con un grande patto per l’aria pulita, tra chi amministra e i cittadini”, ha aggiunto Meggetto.
Legambiente: agire su mobilità e consumi energetici
Secondo Legambiente sono essenzialmente due gli ambiti in cui devono agire cittadini e istituzioni per fronteggiare in maniera efficace il problema: mobilità e consumi energetici degli edifci. In particolare per quanto riguarda la mobilità, sottolinea l’associazione ambientalista, bisogna “dichiarare guerra al diesel” non solo limitando la circolazione delle auto più vecchie, ma anche facendo passare il messaggio che continuare a vendere e comprare questo tipo di vetture vuol dire “alimentare l’emergenza”.
Un altro settore importante su cui intervenire è quello degli impianti termici. Su questo fronte bisognerebbe “mettere al bando l’installazione di nuovi impianti a biomasse” e intensificare il controllo su quelli esistenti”. Oltre a questo bisogna agire sui consumi energetici per ridurre gli effetti dannosi sul clima.
“Il riscaldamento degli edifici milanesi immette ogni anno in atmosfera oltre 1.700.000 tonnellate di CO2 – spiega in nota Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – l’isolamento degli edifici e l’uso di fonti rinnovabili, solari e geotermiche, può consentire di dimezzare queste emissioni nell’arco di un decennio, ma occorre mobilitare proprietari di case e comunità dei condomini, a partire da quelli in edilizia pubblica, per attivare la necessaria mole di investimenti e il più agevole accesso a finanziamenti ed incentivi. Fondamentale per questo una forte discesa in campo delle istituzioni cittadine e degli istituti di credito”.
Riscaldamento domestico, pesa per il 41%
il settore del riscaldamento domestico – come emerge dai dati INEMAR (database progettato per realizzare l’inventario delle emissioni in atmosfera) – pesa per il 41% della CO2 rilasciata nel Comune di Milano. Inoltre dagli stessi camini di case, negozi e uffici vengono rilasciati il 47% delle emissioni stagionali di polveri sottili, riferibili soprattutto alle caldaie alimentate a gasolio e biomasse, e il 33% per quanto riguarda gli ossidi d’azoto. In seconda posizione tra le fonti di emissioni climalteranti troviamo i trasporti, con il 31%, “mentre per quanto riguarda l’inquinamento questo settore sono la prima fonte, valutando i dati su base annua, ma si equivalgono nel periodo invernale”.
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