Burian, il vento gelido proveniente dalla Siberia, è arrivato come previsto nel nostro Paese portando con sé temperature in picchiata da Nord a Sud, vento gelido e neve anche in pianura. Questa mattina, solo per fare un esempio, Firenze ha registrato -2°C, mentre le zone collinari della Toscana sono state coperte di neve, così come è successo a Roma dove – a causa della neve – si è deciso di tenere chiuse le scuole. Un’ondata di freddo che ha attraversato tutto il Paese e che non accenna ad arrestarsi. Fino a venerdì 2 marzo le temperature saranno più basse di 8-10°C rispetto alle medie del periodo. In particolare, da mercoledì prossimo la neve potrebbe arrivare su tutto il Nord.
Il quadro della protezione civile
Le maggiori richieste di supporto al momento arrivano principalmente dalla città Metropolitana di Roma dove nevica dalla scorsa notte. Ad affer il Comitato operativo della Protezione Civile presieduto dal capo Dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli. Per far fronte alla situazione è stata richiesta l’attivazione dei mezzi della Difesa per supportare le operazioni di rimozione della neve. Inoltre, si è chiesto il coinvolgimento del volontariato regionale per assistenza presso alcune stazioni ferroviarie.
Burian e gli effetti del cambiamento climatico
Il fenomeno, secondo Massimiliano Fazzini, climatologo, Docente dell’Università di Camerino e di Ferrara ed esponente dell’Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia, deve essere inquadrato all’interno di una situazione globale influenzata dal fenomeno del cambiamento climatico. “L’ondata di maltempo che da alcuni giorni sta interessando in maniera estesa e continua l’intera Penisola – spiega in una nota Fazzini – evidenzia quanto inizino ad essere evidenti i segnali di un cambiamento climatico; tanto è variegata la “sinottica” del bacino del Mediterraneo, mare sempre caldo e profondo. Gli effetti del maltempo, poi, determinano problematiche ‘idrogeologiche’ e’biometeorologiche’ molto diversificate procedendo dal Settentrione verso il Meridione del Paese, in relazione alla sua complessità geografica e morfologica”.
Ghiaccio, pericolo impellente
“Le fenomenologie associate a tale avvezione fredda dovrebbero essere complessivamente modeste, visto che l’aria in arrivo è si molto fredda, ma decisamente secca – ha aggiunto il climatologo – Il pericolo più impellente per la popolazione diverrà così il ghiaccio. Un significativo miglioramento di tali condizioni è atteso per mercoledì, ma la situazione non si sanerà totalmente prima del prossimo fine settimana”. Fenomenologie che non saranno eccezionali, dunque, ma particolari per “la durata dell’ondata di freddo relativamente al periodo dell’anno, visto che il primo Marzo debutta la Primavera meteorologica”. Condizioni meteorologiche “con ogni probabilità strettamente dipendenti dal riscaldamento globale in atto”, ha proseguito il climatologo, alle quali “la popolazione dovrà adattarsi” e anzi beneficiarne “attraverso una politica di gestione dell’ambiente che i Comuni hanno iniziato a perseguire anche mediante la redazione di Piani di Adattamento ai cambiamenti climatici e ai contratti di fiume-lago-costa”.
Il quadro della situazione
“Al Nord le nevicate occorse sino alla nottata tra giovedì e venerdì scorsi fino a quote pianeggianti sono state rapidamente sostituite da piogge intense – ha spiegato ancora ancora Fazzini – fino a quote collinari, con conseguenti decisi e rapidi innalzamenti dei livelli idrometrici dei fiumi appenninici (dal Piemonte orientale alle Marche settentrionali) nonché sul dominio geografico alto tirrenico; al Centro-Sud invece i diffusi e frequenti fenomeni temporaleschi hanno causato estese riattivazioni di frane da colamento o semplici smottamenti con pesanti ripercussioni sul traffico stradale”.
Vigilare sui bacini idrografici
“Sarà quanto mai necessario ‘vigilare’ sui bacini idrografici medio-piccoli, specie laddove i tempi di corrivazione delle acque correnti superficiali sono brevi”, ha spiegato inoltre il climatologo. “In alta montagna il pericolo valanghe diverrà da marcato – grado 3 a forte-grado 4 su una scala europea da 1 a 5. Pertanto, si raccomanda vivamente di non frequentare le quote sommitali e i rilievi montani per attività di sci alpinistica”.
Confagricoltura: “In arrivo gelate, ma con neve e pioggia si riempiono invasi”
Confagricoltura sottolinea in una nota come nelle campagne sia “allarme maltempo per le gelate connesse al vento gelido siberiano, anche se i danni potrebbero essere contenuti rispetto al passato”.
“Si sono riscontrate gelate storiche connesse al freddo proveniente dalla Siberia nel 1929, nel 1956 nel 1985 e nel 2012 – precisa in nota l’Associazione- In queste annate la durata delle gelate fu di diversi giorni superando in alcuni casi i dieci. La gelata attesa nei prossimi giorni dovrebbe essere più breve e durare, a seconda delle aree, dai due ai tre giorni”. Le maggiori preoccupazioni per Confagricoltura sono da rivolgere alle “colture arboree che – dopo le temperature mediamente più alte delle settimane scorse – potrebbero aver risvegliato le gemme”. Anche se bisogna sottolineare che “non sempre le gelate sono dannose. A certe condizioni potrebbero anche essere positive perché inducono un diradamento naturale nel prodotto. Se invece le gelate fossero intense e prolungate, potrebbero arrecare danni anche notevoli”, spiega l’associazione.
Buone notizie: piove al Sud e nelle Isole
Confagricoltura evidenzia come sia una buona notizia le presenza di piogge nel Sud Italia e nelle Isole, dove si riscontrano notevoli problemi nel livello degli invasi. Si tratta di “una boccata di ossigeno che permette il proseguo dell’agricoltura, in aree già sfiancate da numerosi problemi legati alle crisi di mercato. Del resto la copiosa neve che sta cadendo al Nord e in particolare sulle Alpi permetterà di ricaricare in modo adeguato anche i laghi del Nord Italia che tanto avevano sofferto per la siccità del 2017”.
Il report sulla situazione maltempo di Confagricoltura
Confagricoltura ha tracciato un quadro della situazione. Vediamo alcuni scenari delineati.
Nord Italia
Secondo le previsioni le temperature minime della Pianura Padana varieranno da -6°C a -9°C. E’ bene ricordare che nel gennaio 1985 raggiunsero -20°C.
Centro Italia
Nell’Italia centrale si prevedono temperature in pianura-collina sino a -5°C/-6°C. La situazione più preoccupante si rileva in Umbria con punte di -8 °C. Già nel Lazio la situazione migliora con minime su -4 °C.
Sud Italia
Le minime previste nel Sud Italia non dovrebbero essere di particolare rilievo ad eccezione del nord della Puglia, Foggia -4°C, e delle aree interne della Campania, Avellino -8°C. Nella maggior parte del Sud Italia le temperature saranno sopra lo 0°C.
Danni ipotizzabili
In un contesto di questo tipo i rischi relativi alle gelate e alla neve per l’agricoltura dovrebbero articolarsi nella maniera seguente. Nel Nord Italia ci potrebbero essere possibili ricadute sui frutteti (ad es. kiwi, albicocco, pesco e ciliegio) e disagi diffusi negli allevamenti a causa del congelamento delle condutture che portano acqua agli abbeveratoi. Nel centro del Paese, invece, in alcune aree “c’è preoccupazione per la coltivazione dell’olivo, in particolare Umbria e Marche ed alcune fasce esterne della Toscana”. Inoltre, “il brusco arrivo del freddo mette in pericolo gli alberi da frutto con i mandorli già in fiore e le gemme di albicocchi e peschi in fase di apertura che rischiano ora di essere compromesse dalle basse temperature. Ma a soffrire sono anche le orticole in pieno campo: cavoli, verze, cicorie, broccoli, spinaci, radicchio, zucca, carciofi, cardi”.
Nel Sud Italia, infine, i rischi dovrebbero essere limitati al Nord della Puglia e alle aree interne della Campania. “Il brusco arrivo del freddo mette in pericolo gli alberi da frutto con i mandorli già in fiore e le gemme di albicocchi e peschi in fase di apertura che rischiano ora di essere compromesse dalle basse temperature. Inoltre attenzione ai noccioleti. Ma a soffrire sono anche le orticole in pieno campo”.
FAI-CONFTRASPORTO: “Rimuovere divieti per i tir”
Con il maltempo sono stati introdotti anche divieti per la circolazione, ad esempio di mezzi pesanti, iniziative volte a favorire la sicurezza dei trasporti. Una situazione a cui FAI-Conftrasporto, dopo la presa d’atto dello stop di ieri, chiede ora di interrompere per poter tornare al normale traffico visti i miglioramenti meteorologici.
L’Associazione chiede infatti in una nota “di rimuovere da subito i divieti di circolazione ai mezzi pesanti, che stanno provocando danni inaccettabili al sistema produttivo”.
“Con senso di responsabilità FAI-Conftrasporto ieri ha preso atto della necessità di interdire la circolazione dei mezzi pesanti su gran parte delle strade d’Italia – si legge ancora nella nota – nel contempo aveva comunque richiesto che gli stessi divieti venissero rimossi con massima celerità, non appena le condizioni di generale percorribilità delle strade lo consentissero per non arrecare danni alle imprese, non solo di trasporto, che necessitano di operare e far muovere l’economia. Bene, stamane c’è il sole su gran parte d’Italia, occorre quindi procedere alla rimozione immediata dei divieti di circolazione; in particolare su Bologna nodo nevralgico del sistema stradale italiano. Ogni ora persa provoca danni all’intero sistema produttivo”.
“Ogni ulteriore ritardo non è più accettabile. Infine, viste le elezioni imminenti, Fai-Conftrasporto che la Politica non incida sulle scelte di chi deve decidere, facendo inopportune pressioni”, conclude l’associazione in nota.
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