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L’Italia è fra i Paesi europei con il più alto numero di decessi legati al caldo estremo. A rischio non ci sono soltanto gli esseri umani. Il team investigativo di Essere Animali ha documentato per diversi giorni sulla A1 tra Lodi e Faenza le condizioni in cui viaggiano gli animali trasportati per fini alimentari in Italia durante i mesi estivi.
“Le foto e i video raccolti mostrano maiali boccheggianti e sofferenti, in difficoltà a reggersi sulle zampe, sovraffollamento e temperature che superano i 50 °C, ventole spente, assenza di beverini per la distribuzione dell’acqua e lettiera insufficiente”, sostiene Chiara Caprio, responsabile relazioni istituzionali.
Maiali trasportati con 50°C e senz’acqua from Essere Animali on Vimeo.
La mancanza di controlli adeguati e norme chiare
La mancanza di parametri oggettivi di riferimento nel Regolamento N.1/2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto crea una vasta zona grigia non regolamentata.
Quest’anno il Ministero della Salute ha emanato una nota integrativa, la quale stabilisce che, “per mezzi privi di aria condizionata, le competenti autorità dovranno tenere in considerazione anche la percentuale di umidità atmosferica, assicurando una riduzione della densità degli animali sul mezzo” e che “i servizi veterinari competenti devono attentamente valutare gli aspetti sopra menzionati prima di autorizzare la programmazione e l’effettuazione di lunghi viaggi di animali vivi”. Stando all’indagine di Essere Animali, tuttavia, i controlli non vengono effettuati e le norme non vengono rispettate.
La campagna No Animal Left Behind
Con la campagna No Animal Left Behind, coordinata da Eurogroup for Animals e sostenuta da decine di ong di tutta Europa, Essere Animali chiede che sia vietato il trasporto di animali vivi su lunghe distanze (superiori alle otto ore), e che siano introdotti dei riferimenti chiari anche in merito alle temperature e alle modalità di trasporto per i viaggi nazionali.
“L’attuale normativa italiana e le leggi europee a protezione degli animali sono lacunose e inadeguate; per questo, chiediamo all’Unione europea di allineare la nuova proposta legislativa, in arrivo entro l’autunno di quest’anno, alle conoscenze scientifiche ed etologiche attuali, vietando le peggiori pratiche e senza lasciare indietro nessun animale”, conclude Chiara Caprio.
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