Lotta al riscaldamento globale: servono obiettivi più sfidanti

ImmaginePer raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi sul Clima, firmato il 22 aprile a New York da oltre 175 Stati, bisogna porsi target più sfidanti, a livello europeo e nazionale, rispetto all’attuale roadmap climatica. In particolare, per allinearsi all’obiettivo dell’1,5°C, l’Europa dovrebbe ridurre entro il 2030 le emissioni di gas serra del 50-55% (contro il 40% previsto dal quadro per il clima e l’energia) e non fermarsi alla soglia del 27% per le rinnovabili e l’efficienza. L’Italia, con uno scenario intermedio tra 1,5°C e 2°C, dovrebbe puntare a: -50% emissioni di gas serra, -40% dei consumi attesi e +35% della produzione di energia da fonti rinnovabili.

È quanto previsto dal Climate Report realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile presentato il 27 aprile a Roma. La ricetta prevede in primo luogo “una riforma della fiscalità in chiave ecologica dove si paghi il costo delle emissioni di gas serra”, come ha sottolineato il Presidente della Fondazione Edo Ronchi. Un “rinnovamento del sistema energetico” con “più generazione distribuita, autoconsumo e accumulo di energia” che renda “più forte il disaccoppiamento tra crescita economica e consumo di energia”. Senza dimenticare il doppio vantaggio del riciclo, in termini della più ampia circular economy, in termini di “risparmio di materie prime e rispario di energia” e puntare sui green jobs per stimoare uno “sviluppo durevole e resiliente alle nostre crisi”.

Ma oltre agli obiettivi, prosegue Ronchi, c’è bisogno di nuove misure perché “stiamo entrando in una nuova economia a bassa emissione di carbonio” e al Paese “serve un Green Act e una nuova Strategia Energetica Nazionale al 2030”. D’accordo il Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Ambiente Barbara Degani: “Dopo la COP21 molto è stato detto, ma ora è il momento di agire in maniera coerente e armonica con gli impegni assunti prima a Parigi e poi a New York”.

Per farlo diversi gli ambiti d’azione: innanzitutto bisognerà diffondere una cultura della mobilità sostenibile, anche con “nuove politiche per il rilancio del trasporto ferroviario”, perchè “ci sono troppe generazioni che si muovono con l’auto privata”, come ha sottolineato la Presidente di Legambiente Rossella Muroni. Inoltre, sarà necessario spingere sull’acceleratore dell’efficienza energetica attraverso un approccio olistico e “nuovi strumenti di sussidiarietà orizzontale e verticale, e di partenariato pubblico e privato”, come evidenziato da Patrizia Colletta, Consigliere Ordine Architetti PPC di Roma e provincia. Perché non bisogna dimenticare che “partendo dal tema dei cambiamenti climatici parliamo di una nuova idea di città”.

Ostacolo alla realizzazione di nuovi progetti “green” resta, però, l’affastellamento burocratico: Francesco Paolo Fulci, Presidente Ferrero Spa e Vicepresidente Ferrero Group, ha lamentato il ritardo nell’“accordare i permessi per la realizzazione di nuovi impianti” che sfruttino le biomasse. Cui si aggiunge il ritardo normativo di cui risente il comparto delle fonti alternative: Agostino Re Rebaudengo, Presidente Assorinnovabili, ha evidenziato il ritardo nell’emanazione del decreto FER non FV e la mancanza di regolazione per l’uso del biometano.

Continuare a investire su ricerca e innovazione tecnologica resta un punto fermo di ogni politica che abbia come fine quello di tutelare l’ambiente: “L’industria italiana ha accettato la sfida della sostenibilità e ha avviato un processo di innovazione che hanno tutelato l’ambiente – ha rimarcato Andrea Bianchi, Direttore politiche industriali di Confindustria – Perché l’Italia rimanga un grande Paese industriale dobbiamo favorire una transizione verso la sostenibilità dell’intero assetto industriale”.

Di seguito i video commenti fatti a margine degli eventi a due protagonisti della giornata: Barbara Degani, Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Ambiente, e Andrea Bianchi, Direttore politiche industriali di Confindustria.


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