Le biomasse per il riscaldamento segnano una diminuzione delle emissioni in Italia del 40%. A parità di numero di impianti, a fare la differenza è la tecnologia più efficiente. È quanto emerge dal rapporto Statistico 2023 “Il legno nel riscaldamento residenziale e domestico” presentato da Aiel, Associazione italiana energie agroforestali.
Nel complesso commenta Annalisa Paniz, direttrice generale di Aiel “Un contributo determinante al miglioramento della qualità dell’aria è arrivato dal Conto Termico. Si tratta di un incentivo nazionale dedicato all’efficientamento energetico, quindi non esclusivamente alla sostituzione dei generatori a biomasse, che, a partire dalla sua attivazione nel 2013, ha fatto da volano alla riqualificazione energetico-ambientale del parco generatori a biomassa, rafforzato negli ultimi anni dall’attivazione di bandi di finanziamento locali e regionali cumulabili con l’incentivo nazionale nelle aree geografiche più interessate dal problema dell’inquinamento atmosferico. Tuttavia, in Italia è ancora attivo un imponente parco di generatori vetusti che ostacola un’ulteriore accelerazione del processo di miglioramento della qualità dell’aria. Per questo – conclude Paniz – è necessario rafforzare ulteriormente l’impegno per la riqualificazione energetica del parco installato, partendo da un’ulteriore semplificazione, revisione e potenziamento dell’incentivo Conto Termico“.
Tecnologia parco installato
Tra il 2010 e il 2022 si evolve la tecnologia degli apparecchi installati e del biocombustibile utilizzato. I camini aperti passano dal 42% del 2010 al 34% nel 2022.
Crescono invece le stufe a pellet dal 6% al 21% del totale installato in 12 anni. Scendono gli apparecchi a legna dal 92 per cento del 2010 al 75 per cento del 2022.
A fare la differenza l’invecchiamento delle fonti di calore. Elemento su cui c’è ancora un importante margine dato che, stando ai dati Aiel, oltre la metà degli apparecchi installati ha una età superiore ai dieci anni.
Inoltre, negli ultimi cinque anni, sono in forte calo gli apparecchi a legna basati su tecniche di combustione “tradizionale”.
Nonostante ciò, circa la metà dei biocombustibili solidi è ancora consumata in sistemi di riscaldamento tradizionali: in camini aperti (18%), inserti a legna (19%) e stufe a legna (20%), mentre le stufe a pellet pesano per il 19% dei consumi.
Andamento delle vendite degli apparecchi tra legna e pellet
Le vendite di apparecchi restano dominate dagli apparecchi alimentati a pellet e, in particolare, dalle stufe a pellet: il 59% delle vendite tra il 2010 e il 2022. Seguono le stufe alimentate a legna, che rappresentano il 13% delle vendite nel periodo di riferimento. Nel complesso però il venduto rappresenta circa il 3% del parco installato nel 2022.
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