In città e nei percorsi pendolari inquinano più di quanto dichiarato. Lo studio dell’Università Tecnica di Graz
Transport & Environment (T&E) ha commissionato l’indagine all’ateneo austriaco, che smentisce i dati pubblicati da Bmw, Peugeot e Renault.
Non è oro tutto quello che luccica
Sono tuttora presentate come una soluzione per il clima. Ma le auto ibride plug-in (Phev) inquinano molto di più di quanto dichiarato su percorsi urbani e pendolari. Lo evidenziano nuove prove sui veicoli di ultima generazione commissionati da Transport & Environment e condotti dall’Università Tecnica di Graz.
Già due anni fa, T&E aveva rilevato come sui percorsi più lunghi la tecnologia, che unisce una batteria elettrica a un motore a combustione, inquinasse molto di più rispetto ai valori resi noti dai costruttori.
Le elettriche sono migliori
Nel percorso casa-lavoro emissioni fino a tre volte superiori ai valori dichiarati. Elena Lake, responsabile flotte elettriche T&E Italia, spiega: “È tempo di trattare le auto ibride in base alle loro emissioni effettive, abolendone gli incentivi all’acquisto. Molto meglio sostenere i mezzi elettrici”.
Nell’ultima prova, realizzato su strada dall’ateneo della Stiria, tre recenti modelli Phev: una Bmw Serie 3, una Peugeot 308 e una Renault Megane, hanno emesso un ammontare di CO2 superiore a quello pubblicizzato, anche se partiti con la batteria piena.
“Le ibride plug-in sono vendute come il compromesso perfetto tra una batteria per le esigenze locali e un motore adatto a lunghe distanze. Ma i test su strada dimostrano che si tratta di una leggenda”, conclude la Lake.
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