Orbita nello spazio MethaneSAT, il satellite progettato per contrastare il cambiamento climatico. Il lancio è stato fatto nella notte italiana di lunedì 3 marzo (alle 14.05 ora locale) dalla Vandenberg Space Force Base in California a bordo di un razzo SpaceX.
Il satellite sviluppato dall’Environmental Defense Fund, ONG degli Stati Uniti, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale della Nuova Zelanda, ha avuto un costo complessivo tra progettazione e lancio di $88m.
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L’obiettivo dello strumento è registrare e rendere a disposizione gratuitamente le reali emissioni di gas effetto serra in atmosfera date dal metano.
Le precedenti misurazioni della ONG EDF, effettuate dagli aerei, mostrano già emissioni di metano superiori del 60% rispetto alle stime pubblicate dalle autorità statunitensi e altrove.
Il ruolo di MethaneSAT per l’Italia
“MethaneSAT consentirà di verificare e conoscere meglio anche le emissioni di metano della filiera del gas naturale che importiamo da paesi esteri come Algeria, Azerbaigian, Libia, Norvegia, e Stati Uniti. Questo servirà ad indirizzare le iniziative di cooperazione internazionale del nostro paese come quelle previste dal RepowerEU e dal Piano Mattei per realizzare investimenti che riducano l’impronta emissiva nella produzione e trasporto del gas naturale da questi paesi” commentano gli Amici della Terra, attivi dal 2020 con l’Environmental Defense Fund Europe.
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Si tratta di “un nuovo strumento per la riduzione delle emissioni di metano anche in Italia” sottolinea la presidente dell’associazione Monica Tommasi.
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In quest’ottica il satellite si presta ad essere uno strumento utile anche all’Italia. Grazie ai dati prodotti sarà possibile effettuare nuove valutazioni rispetto alle strategie del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), anche in vista del posizionamento del Paese come hub del gas per l’Europa.
Lo sviluppo di MethaneSAT
Il satellite è stato sviluppato grazie alla collaborazione tra l’Environmental Defense Fund, i docenti e i ricercatori dell’Università di Harvard, la Ball Aerospace, l’Harvard & Smithsonian Center for Astrophysics, l’Agenzia spaziale della Nuova Zelanda e altri partners.
Le opportunità non finiscono qui, difatti è stata annunciata di recente una nuova partnership con Google. L’intento è ospitare le analisi della missione sul suo cloud e trasportare i dati di MethaneSAT su Google Earth Engine.
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