L’accordo sull’e-fuel potrebbe far perdere terreno all’Europa sui biocarburanti

Il commento di Unem

Assogasmetano accordo sull e-fuelSorprende il no ai biocarburanti dell’annunciato accordo sull’e-fuel per i motori endotermici tra Commissione europea e Germania. L’accordo  per il riconoscimento
degli e-fuel quali carburanti da impiegare nei motori a combustione interna anche
dopo il 2035 rappresenta una risposta molto parziale.

A dare il proprio punto di vista l’Unem, Unione energie per la mobilità, che in una nota stampa sottolinea come “così si escludono soluzioni già disponibili, in cui in Italia siamo all’avanguardia, limitandone fortemente l’ulteriore sviluppo anche alla luce di quanto previsto dell’Inflation Reduction Act, varato dall’Amministrazione Biden, che ha previsto sostanziosi incentivi per la promozione di tutti i carburanti alternativi, biocarburanti compresi, e lo sviluppo di nuove infrastrutture per la loro produzione e distribuzione.

In questo modo l’Europa rischia di perdere terreno sul fronte dello sviluppo
industriale di biocarburanti e recycled carbon fuels, anche se derivati da materiali
plastici, e delle catene di valore ad essi collegate.

Solo estendendo il concetto di “carbon neutral fuels” a tutte le opzioni tecnologiche,
in larga parte già oggi sul mercato, si potrà raggiungere l’obiettivo della
decabonizzazione di tutti i tipi di trasporto attivando le necessarie economie di scala
in grado di rendere la transizione socialmente ed economicamente sostenibile
Infatti, pur riconoscendo l’esistenza di tecnologie alternative al modello “full electric”
per la decarbonizzazione dei trasporti, trascura altre tipologie di “carbon neutral
fuels” come i biocarburanti avanzati, quindi non in competizione con le colture
alimentari, e i recycled carbon fuels, prodotti in grado di abbattere le emissioni di CO2 nei trasporti fino al 100% e di essere immediatamente utilizzabili nel parco auto in circolazione senza bisogno di nuove infrastrutture per la loro distribuzione”.

Yali prodotti ad oggi sembrano totalmente esclusi dall’accordo ed esclusi nonostante siano dei “carbon neutral fuels”. Così definiti anche nella Direttiva 2018/2021.


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