cambiamenti climaticiSi ritiene erroneamente che, in assenza di un’azione coordinata a livello globale sul fronte della lotta al cambiamento climatico, quei Paesi che cercano di perseguire l’obiettivo di riduzione delle emissioni legato al mantenimento del riscaldamento globale entro i 2 gradi centigradi siano svantaggiati dal fatto di compiere la prima mossa in questo percorso virtuoso. In realtà le riduzioni di gas serra possono generare consistenti vantaggi macroeconomici e in termini di crescita, anche in assenza di un’azione coordinata su scala globale, se ci si concentra sulle misure di mitigazione più efficienti. Si tratta di un percorso che può essere portato avanti con soluzioni tecnologiche già “collaudate” e che si traduce in un’accelerazione della crescita del PIL nazionale. 

Questo è uno degli innumerevoli scenari delineati dal nuovo studio “The Economic Case for Combating Climate Change”realizzato da The Boston Consulting Group. Una ricerca da cui emerge come puntare su una riduzione accelerata delle emissioni possa essere una carta vincente sia a livello di sistema Paese sia a livello di singole aziende. 

Il ruolo della politica

Per concretizzare questa vision improntata alla lotta al climate change è fondamentale che l’importanza di questi temi sia ben introiettata dal decisore politico. E’ necessario infatti che i target ambientali si attualizzino in programmi globali di mitigazione del riscaldamento globale, sia su scala nazionale sia su scala internazionale. Il focus deve essere la massimizzazione del vantaggio economico legato alla riduzione delle emissioni e la promozione di politiche che incoraggino le imprese e le persone a passare all’azione su questo fronte.  Si tratta di una sfida legata a una forte accelerazione del processo di  transizione energetica che aziende e governi devono fare propria cercando di sfruttarne appieno le potenzialità in termini di crescita economica. 

Meccanismi di global trading

Tra gli strumenti più efficaci per promuovere un’inversione di tendenza sul fronte climate change la soluzione migliore non è rappresentata, secondo lo studio, dai meccanismi di global trading di CO2. Risulta, invece, più efficace l’impegno a livello governativo, che, come si diceva poche righe sopra, può costituire un efficace catalizzatore al raggiungimento dei target di sostenibilità fissati su scala globale e ai vantaggi economici che ne derivano.  

Combattere il climate change con tecnologie esistenti 

Per giocare al meglio questa partita, dove innovazione e sostenibilità si uniscono in un connubio indissolubile, non è necessario ipotizzare soluzioni tecnologiche avveniristiche , ma è già possibile partire dall’uso di sistemi esistenti e già consolidati. In questo modo si può arrivare a un taglio di tre quarti delle emissioni.

Il caso della Germania

In un altro recente studio the Boston Consulting Group ha mostrato in particolare il caso della Germania. Questo Paese, secondo la ricerca, è in grado di ridurre entro il 2050 i gas serra (GHG) dell’80% rispetto ai livelli del 1990, utilizzando esclusivamente tecnologie collaudate e già in uso. In base alle valutazioni dell’analisi, emerge come  la Germania potrebbe addirittura arrivare a ottenere una riduzione delle emissioni del 95%, un risultato che si tradurrebbe in un forte stimolo alla crescita economica.

La situazione dell’Italia

L’accelerazione delle misure di decarbonizzazione costituisce un vantaggio economico anche per il nostro Paese. Si tratta di un percorso green che l’Italia ha già intrapreso con investimenti che puntano su un mix energetico sostenibile e sull’efficientamento dei consumi industriali.  Qualcosa in più, secondo la ricerca, deve essere fatto invece nel settore della mobilità e dell’efficienza energetica di altri comparti. 

Le performance degli altri Paesi

Secondo la ricerca, oltre alla Germania, anche i Paesi che sono responsabili di oltre il 60% del mercato mondiale delle emissioni potrebbero potrebbero ottenere risultati significativi puntando sulla sostenibilità ambientale e sulla riduzione delle emissioni. Grazie a un investimento compreso tra l’1 ed il 2% % del proprio Pil ogni anno si potrebbe arrivare a ridurre almeno il 75% del divario tra le loro emissioni attuali e i loro singoli target di sostenibilità. 

Un cammino faticoso verso il target dei 2 gradi 

Lo studio evidenzia infine come l’ultimo tratto di strada da percorrere per raggiungere il target del contenimento del riscaldamento globale entro i 2 gradi sarà un po’ più complesso. In questo fase infatti le soluzioni da adottare saranno molto più costose e il ruolo della tecnologia sarà meno rilevante. L’investimento globale cumulativo stimato per questa fase finale è pari a circa 75 mila miliardi di dollari entro il 2050. Un valore compreso tra il 2 e il 6% del PIL annuo dei singoli Paesi.


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