Biodiversità

Con la partecipazione del Crea, è nato il primo settembre scorso il National biodiversity future center (Nbfc), la più grande iniziativa di ricerca e innovazione sulla biodiversità mai sperimentata prima in Italia.

Il progetto

Il progetto Nfbc si focalizza sul tema della biodiversità attraverso una rete coordinata dal Cnr e formata da 48 partner, selezionati tra Fondazioni e imprese, Centri di ricerca e Università. Il progetto prevede un finanziamento di oltre 320 milioni di euro per i primi tre anni, a partire dal 2023 al 2025 e, il coinvolgimento di oltre 1.300 ricercatori degli Enti partner.

Il contributo del Crea

Il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria si troverà a monitorare, preservare e ripristinare la biodiversità negli ecosistemi nostrani.

Come dichiarato in nota stampa dal direttore del Crea Difesa e Certificazione, Pio Federico Roversi: “Il nostro centro di ricerca, infatti ha manifestato sin dagli inizi un forte interesse per le attività promosse all’interno del Nbfc e in questo contesto ha trovato una propria peculiare collocazione come ente affiliato allo Spoke 3 Assessing and monitoring terrestrial and freshwater biodiversity and its evolution: from taxonomy to genomics and citizen science, assumendo il ruolo di capofila per il Crea”.

“Oltre al Centro di ricerca Difesa e Certificazione per il Crea, continua il direttore, partecipano i Centri foreste e legno, cerealicoltura e colture industriali, politiche e bioeconomia, ognuno apportando le proprie specificità nelle linee di ricerca individuate dal progetto. Con le premesse descritte e con le competenze dei nostri Centri, siamo pronti all’avvio di questa storica iniziativa”.

Le attività del Crea

Oltre a fornire strumenti innovativi alla ricerca, ai cittadini e ai decisori politici, quantificherà i servizi ecosistemici e realizzerà azioni volte alla conservazione e al ripristino della biodiversità in tutto il Mediterraneo. Inoltre, si adopererà per individuare soluzioni innovative finalizzate a raggiungere i target del Green Deal in materia. Altre attività riguarderanno gli ambienti terrestri e d’acqua dolce, tra cui il monitoraggio degli ecosistemi forestali.

Infine, nei tre anni di attività sarà formata una nuova classe di ricercatori che faranno dell’Italia una nazione di riferimento per lo studio e la conservazione della biodiversità.


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