Il Piano Nazionale integrato Energia e Clima italiano è a Bruxelles

Efficienza energetica, mix di rinnovabili e infrastrutture. Il nucleare al 2050 ci sarà con un contributo tra l'11 e il 22%

Il Piano Nazionale integrato Energia e Clima, Pniec, è stato inviato alla Commissione europea. Il Pniec conferma gli obiettivi raggiunti nella prima proposta trasmessa a giugno 2023, superando anche i target comunitari, in particolare sulle energie rinnovabili.

pubblicato il pniec 2024
Foto di WOKANDAPIX da Pixabay

Oggi il nostro Paese – spiega il titolare del Ministero dell’Ambiente e sicurezza energetica Gilberto Pichetto – si dota di uno strumento programmatorio che traccia con grande pragmatismo la nostra strada energetica e climatica, superando approcci velleitari del passato. È un Piano che abbiamo condiviso con i protagonisti della transizione, che non nasconde i passi ancora necessari per colmare alcuni gap, ma si concentra sulle grandi opportunità derivanti dallo sviluppo di tutte le fonti, senza preclusioni. Cito in particolare lo scenario sull’energia nucleare, sia da fissione nel medio termine (a partire dal 2035) che da fusione (a ridosso del 2050), che ci fa guardare avanti a un futuro possibile. Voglio ringraziare – conclude Pichetto – le strutture del Ministero, tutti i dicasteri e le società che hanno collaborato a questo prezioso lavoro”.

Cosa prevede il PNIEC aggiornato

Non solo fonti rinnovabili elettriche. Il Pniec guarda a: produzione di combustibili rinnovabili come il biometano e l’idrogeno insieme all’utilizzo di biocarburanti. Auto elettriche, riduzione della mobilità privata, cattura e stoccaggio di CO2, ristrutturazioni edilizie ed elettrificazione dei consumi finali, in particolare attraverso un crescente peso nel mix termico rinnovabile delle pompe di calore.

Il ruolo delle rinnovabili

Il Pniec prevede un piano ambizioso per le Fer. L’Italia dovrà raggiungere al 2030 una potenza da fonte rinnovabile di 131 Gigawatt. Nel piano sono così suddivise le aspettative di produzione: il 79.2 di questi deriveranno dal solare, 28.1 dall’eolico, 19.4 dall’idrico, 3.2 dalle bioenergie e 1 Gigawatt da fonte geotermica.

nature geotermia
Geotermia: aperta la possibilità che si apra un’ulteriore sviluppo Foto di jiaojiao da Pixabay

Su quest’ultima fonte tra l’altro è aperta la possibilità che si apra un’ulteriore sviluppo nel caso si raggiunga un adeguato livello di maturità di alcune iniziative progettuali in via di sviluppo.

Efficienza energetica

È traguardato invece l’obiettivo relativo ai risparmi annui cumulati nei consumi finali tramite regimi obbligatori di efficienza. Il nostro Paese si aspetta di superare l’obiettivo del “FitFor55” riguardante gli impianti industriali vincolati dalla normativa ETS, arrivando al -66% rispetto ai livelli del 2005 (obbiettivo UE, -62%) per ridurre le emissioni e gli assorbimenti di gas serra.

I settori “non-ETS” (civile, trasporti e agricoltura) registrano un sostanziale miglioramento degli indicatori emissivi ma siamo ancora lontani dai target europei.

Migliora la sicurezza energetica, vista la riduzione della dipendenza da altri Paesi dovuta alla diversificazione dell’approvvigionamento e alla pianificazione di nuove interconnessioni.

Per il Mercato interno dell’energia, la chiave sta nelle interconnessioni elettriche e il market coupling con gli altri Stati membri, lo sviluppo di nuove connessioni per il trasporto di gas rinnovabili, rafforzando il ruolo dell’Italia come hub energetico europeo e corridoio di approvvigionamento delle rinnovabili dell’area mediterranea.

In quest’ottica viene data priorità agli obbiettivi nazionali di Ricerca, Sviluppo e Innovazione.

Nucleare

Come già annunciato non manca il nucleare nel PNIEC per cui viene disposta una specifica sezione dedicata ai lavori della Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile. Qui si è sviluppato una serie di ipotesi di scenario in cui si dimostra la convenienza energetica ed economica di avere una quota di produzione nucleare, in sinergia e a supporto delle rinnovabili e delle altre forme di produzione di energia a basse emissioni.

In questo scenario il nucleare da fissione, e nel lungo termine da fusione, potrebbe contribuire per l’11% alla energia elettrica necessaria al 2050 con una possibile proiezione verso il 22%.

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