Investimenti in efficienza, le opportunità dalla revisione degli strumenti finanziari

loadingAd oggi solo 150 grandi aziende hanno eseguito la diagnosi energetica sui 4000 energivori e su circa 6000 imprese, comprese le banche. Il termine di esecuzione è fissato per il 5 dicembre ma, nonostante l’obbligo fissato con il D lgs 102/2014, le imprese italiane si sono “ridotte all’ultimo” – come si usa dire – probabilmente perché più che un’opportunità di crescita e di risparmio (anche in termini di emissioni dannose) viene vista come un obbligo.

Un dato significativo, quello emerso ieri, 19 novembre, durante il convegno “Percorsi e strumenti finanziari per lo sviluppo degli investimenti in ambito ambientale e dell’efficienza energetica per le imprese”, organizzato a Roma da Kyoto Club. Ma il tema dell’efficienza non si ferma qui, toccando trasversalmente l’edilizia, pubblica e privata, i trasporti, le industrie (anche piccole e medie) e la pubblica amministrazione

E di strumenti in campo ce ne sono molti, alcuni già rivisti nell’ottica di essere più rispondenti al panorama nazionale: come la strategia di riqualificazione patrimonio pubblico e privato (STREPIN) e il PANZEP in consultazione pubblica con scadenza 4 dicembre o il conto termico che, rivisto, dovrebbe prendere il via il 17 dicembre in Conferenza Unificata Stato-Regioni. “Dal 1° ottobre sono state adottate le nuove linee guida per la certificazione energetica degli edifici (APE) che potrebbero spingere il mercato delle compravendite e dal 1 dicembre 2015 entreranno in vigore i nuovi requisiti minimi di prestazione energetica edifici, che saranno attorno al 35-45%”, ha spiegato Mauro Mallone, Direttore Divisione efficienza energetica e risparmio energetico, MISE. Per il settore civile c’è anche il “Fondo Kyoto riconvertito per agevolare gli interventi di riqualificazione energetica in edifici scolastici e universitari. Almeno un terzo delle risorse sono state impiegate e, a discapito della storia tormentata, i risultati sono abbastanza confortanti”.

Strumenti che aiuteranno l’Italia a raggiungere gli obiettivi fissati al 2020, ma che dovranno essere accompagnati da un quadro normativo stabile e chiaro: “La politica non è pronta – ha sottolineato Gianni Girotto, Senatore M5S -. Finora ha prodotto grossa incertezza normativa nel medio periodo: ci sono troppe norme contraddittorie”.

Al tavolo di confronto il settore creditizio ha fornito molteplici spunti: le banche sono da anni promotrici di politiche di efficientamento e sostenibilità facendo leva sull’informazione, anche interna. E oggi, a differenza di due anni fa, possono sfruttare il momento favorevole legato alla disponibilità di grande liquidità e ai più bassi tassi di interesse sui mutui registrati dal dopo guerra per elargire “nuovi prodotti finanziari ad hoc e strumenti interni specifici”, ha commentato Mauro Conti, Coordinatore Gruppo Lavoro Finanza Kyoto Club, BIT SpA. Sempre Conti auspica all’estensione “dell’ecobonus alle PMI che dispongono di un immobile strumentale alla propria attività”.

Per farlo, però, gli istituti di credito dovranno colmare il gap in termini di sicurezza: “Il Fondo nazionale di efficienza energetica, previsto con il D lgs 102/2014, è uno strumento importante per le banche e richiama il tema di chi si alloca il rischio. Gli istituti di credito non possono farlo per legge ma è onere di chi fa l’investimento”.

Il ritardo del Fondo, infatti, si ripercuote negativamente sul loro lavoro: “Vorremmo accorpare gli interventi per creare strumenti più snelli anche rispetto all’edilizia sostenibile, che non comprende solo quella di nuova costruzione ma prevede la certificazione energetica degli edifici esistenti”, Romano Stati, Segretario Generale di Abi Lab.

Agenda digitale: il ruolo delle banche. Valter Meneghini, Cassa Depositi e Prestiti .

Il ruolo strategico delle PMI. Mauro Conti, Coordinatore Gruppo Lavoro Finanza Kyoto Club, BIT SpA .


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