Festival dell'acqua

Gli investimenti nelle infrastrutture idriche ammontano a 3,9 miliardi di euro, di cui 2,9 miliardi del Pnrr, finalizzati a rendere più efficiente il sistema idrico nazionale e fronteggiare la crisi climatica. Di questi, circa 2,3 miliardi sono destinati alle regioni del Mezzogiorno, nello specifico, circa due miliardi sono destinati a finanziare progetti per le infrastrutture idriche primarie. 

La ripartizione degli interventi 

Il 44% degli interventi riguarda il potenziamento delle infrastrutture a cui saranno destinati 991 milioni, il 41% l’adeguamento delle infrastrutture esistenti (779 milioni), il 10% l’adeguamento sismico e la messa in sicurezza delle infrastrutture (121 milioni), mentre il restante 5% prevede la realizzazione o il potenziamento del volume degli invasi (108 milioni). Il 38,4% sarà destinato a progetti per l’utilizzo potabile della risorsa idrica, con la realizzazione di 1.282 km di infrastrutture, di cui 975 per nuove condotte. 

Il restante 61,6% è destinato all’utilizzo irriguo o misto e ulteriori 900 milioni sono destinati a progetti per il potenziamento della rete di distribuzione idrica, con l’obiettivo di ridurre le perdite e aumentarne l’efficienza.

Questi e altri dati sono contenuti nel rapporto “Gli investimenti e le riforme Pnrr per le infrastrutture idriche”, approfondimento sulle azioni intraprese per il settore idrico dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims), presentato oggi 3 ottobre, durante un seminario online al quale ha partecipato anche il ministro, Enrico Giovannini. 

Durante l’evento, è stata presentata anche la relazione trimestrale sullo stato di attuazione del Pnrr e del Piano nazionale complementare (Pnc), che descrive tutte le azioni del Mims per il raggiungimento degli obiettivi di propria competenza.

Il rapporto, oltre a riportare l’attività del Mims, illustra le novità introdotte dalla riforma finalizzata a semplificare le procedure di formazione, attuazione e monitoraggio del nuovo “Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico” e riduce i tempi per l’erogazione dei finanziamenti ai soggetti attuatori, affidando al Mims l’attività di gestione che unifica i precedenti Piani invasi e acquedotti.

“La riforma e gli ingenti investimenti sul settore idrico hanno consentito di riportare il tema delle infrastrutture idriche al centro dell’azione del Governo”, ha sottolineato il ministro Giovannini. “La scelta di destinare quasi quattro miliardi, di cui circa tre del Pnrr, a interventi sulle infrastrutture idriche è stata rafforzata dall’impegno a procedere, nell’ambito delle riforme previste dal Piano, a una profonda rivisitazione della governance del settore, in modo da assicurare la realizzazione di nuovi invasi, la manutenzione straordinaria delle reti esistenti, la messa in sicurezza degli impianti e una gestione efficiente dell’intero sistema”.

Lo stato di attuazione del Pnrr e del Pnc

Al 30 settembre, il Mims ha conseguito le nove milestone del 2021 e quelle previste per i trimestri del 2022. Raggiunte inoltre ulteriori tre minestrone attese per fine anno e, sono già stati predisposti gli atti per conseguire gli ultimi due obiettivi relativi alle concessioni portuali e agli investimenti ferroviari, previsti per il quarto trimestre.

Sono ad oggi 63 le procedure di affidamento per lavori e servizi legati al Pnrr e al Pnc pubblicate finora, per un valore complessivo di circa 8,6 miliardi di euro. Entro dicembre, è previsto l’avvio di 55 ulteriori gare per un valore complessivo di 1,6 miliardi. 

Per quanto riguarda il Pnc, sono stati raggiunti tutti i 32 obiettivi previsti per il 2021 e, al 30 settembre, sono stati conseguiti 25 target sui 31 fissati in origine. 

“Con gli ultimi atti amministrativi, conclude il ministro Giovannini, e con la prossima chiusura della graduatoria definitiva del bando relativo agli investimenti nelle reti di distribuzione idrica, il Mims completa il processo di attribuzione delle risorse di propria competenza derivanti dal Pnrr e dal Pnc, pari a oltre 61 miliardi di euro. Al tempo stesso si registra un significativo aumento delle procedure di affidamento messe a bando dai soggetti attuatori, che sono previste raddoppiare nell’ultimo trimestre dell’anno, anche grazie agli strumenti messi in campo dal Governo per far fronte all’aumento dei prezzi dei materiali”.


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