Le imprese italiane del settore agricolo, edile ed energetico hanno intrapreso un percorso di rivoluzione digitale per ottimizzare e rendere più sostenibile il processo produttivo e produrre ricadute positive sul territorio, in ambito occupazionale soprattutto. Di seguito alcuni numeri del cambiamento di questi comparti con gli ultimi report prodotti in merito.
Agricoltura 4.0
L’utilizzo di tecnologie di agricoltura 4.0 non è determinato dall’età dell’imprenditore ma dal titolo di studio a indirizzo agrario conseguito dall’imprenditore. In generale, in Italia l’innovazione digitale spicca in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto. Nel 2018 l’agroalimentare italiano ha raggiunto un valore di mercato compreso tra i 370 e i 430 milioni di euro. Sono i risultati dello studio condotto dall’Osservatorio Smart agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e dal Laboratorio Rise (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia. L’indagine è stata condotta su un campione di 903 aziende agricole, di cui 71 lombarde, 141 piemontesi, 104 emiliane e 89 venete.
Di rilievo per l’adozione di tecnologie per l’agricoltura 4.0 la laurea a indirizzo agrario rispetto al titolo di studio in altro campo. In Emilia Romagna pesa per l’80 per cento, in Lombardia per il 64 per cento, in Piemonte per il 56 e in Veneto solo per il 29 per cento, unica eccezione.
Il settore in cui le soluzioni smart sono più adottate è il cerealicolo: il 73 per cento in Lombardia, 72 in Piemonte, 67 in Emilia Romagna, 65 in Veneto. Seguono lo zootecnico, il vitivinicolo e l’orticolo.
Anche la dimensione dell’azienda agricola influenza la possibilità di adottare tecnologie innovative: incidono maggiormente le grandissime superfici, per Piemonte ed Emilia Romagna, e le micro aziende. In Veneto, altra eccezione, sono le aziende di medie dimensioni che hanno un aumento maggiore sulle percentuali di adottanti.
Digitalizzazione in edilizia
Anche la filiera dell’edilizia risulta particolarmente attiva sul fronte della trasformazione digitale. I dati raccolti dall’Osservatorio Saie, realizzato da Senaf, mostrano fatturato e occupazione in crescita nel 2018, rispetto al 2017, e nei primi sei mesi del 2019. Gli imprenditori guardano con maggiore interesse al processo di trasformazione digitale: il 76 per cento ha introdotto soluzioni per la sicurezza informatica, il 65 per la connettività e il 44 per il cloud computing. C’è chi ha puntato sulla robotica collaborativa, il 32 per cento del campione, e chi sull’Internet of Things, il 27. Le aziende fanno ancora poco ricorso all’intelligenza artificiale (19,3 per cento) e alla realtà aumentata (18,6 per cento). Il cambiamento digitale “negli ultimi anni ha già trasformato molto o abbastanza 4 aziende su 10, mentre solo il 22 per cento è ancorato ai vecchi standard”, si legge nel rapporto.
Competenze digitali nell’energia
“In Europa solo il 10% delle aziende che si occupano di generazione, distribuzione e vendita di energia investe in Ricerca e Sviluppo, ma allo stesso tempo il 2018 ha fatto segnare un record di quasi 1.000 brevetti registrati dalle imprese del settore”, ha dichiarato il direttore dell’Energy&Strategy Group, Vittorio Chiesa, nel corso della presentazione a Mialno (10 luglio) della prima edizione dell’Energy innovation report dell’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano.
Ci sono comunque segnali incoraggianti: in Italia quasi il 90 per cento delle imprese dell’energia sta investendo significativamente nell’acquisizione e nello sviluppo di competenze digitali e di queste il 67 per cento ha creato un budget per le attività di open innovation. Per maggiori informazioni leggi l’articolo di approfondimento Nel 2018 + 31% di investimenti in startup innovative realizzati da imprese energetiche europee
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