Un terzo dei fiumi e dei torrenti degli Stati Uniti ha subito negli ultimi 25 anni un incremento dei livelli di salinità. Si tratta di un trend che, se non viene arrestato, potrebbe portare entro il 2100 ad avere la metà dei corsi d’acqua con il 50% in più di concentrazione di sale. E’ la fotografia scattata da uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica PNAS, che ha spiegato come questo “inquinamento da sale” potrebbe avere delle ripercussioni negative per le risorse di acqua dolce, le infrastrutture urbane e gli ecosistemi naturali su tutto il territorio degli Stati Uniti.
Cause
Tra le possibili cause del fenomeno, individuate dallo studio, l’uso di fertilizzanti, le operazioni invasive di pulizia del terreno, ma anche l’estrazione di combustibili fossili, le attività di irrigazione e il cambiamento climatico. “La maggior parte del cambiamento è legata all’aumento dell’uso del suolo umano, con i cambiamenti climatici che sono responsabili del 12% dell’aumento” si legge nell’articolo di PNAS.
Effetti dannosi
Quando le concentrazioni di sali, come il bicarbonato di sodio e il cloruro di magnesio, diventano eccessive nei corsi d’acqua dolce si può verificare il rilascio di metalli tossici dal suolo sottostante il fiume. Oltre a questo l’acqua perde acidità diventando più basica. Tutte caratteristiche che possono alterare l’equilibrio dell’ecosistema del fiume portando alla morte di diverse specie. Oltre a questi fenomeni vanno poi considerati i danni economici legati alla resa inferiore dei raccolti.
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