“L’Italia è al centro di un cambiamento. Le sfide che dovrà affrontare sono: stabilità della rete, installazione di dispositivi di accumulo, riduzione dei costi in bolletta per le famiglie”.
Così Katiuscia Eroe, Responsabile Energia di Legambiente, ha aperto la giornata di presentazione del rapporto “Comuni Rinnovabili 2016”, realizzato dall’associazione ambientalista in collaborazione con GSE ed Enel Green Power prendendo in esame 850 mila impianti.
Lo stato dell’arte della diffusione delle fonti alternative, per la produzione di elettricità e calore, presenta luci e ombre. Luci perché il numero di comuni rinnovabili è cresciuto: oggi in Italia ci sono 8047 città dove è installato almeno un impianto rinnovabile, 2660 dove l’energia prodotta è in esubero rispetto a quella consumata e 39 comuni 100% rinnovabili per il fabbisogno elettrico e termico.
Ombre perché la crescita delle rinnovabili – in particolare di fotovoltaico ed eolico in termini di numero e potenza degli impianti – è rallentata. Nonostante l’Italia sia il primo paese al mondo per incidenza del solare rispetto ai consumi elettrici, nel 2015 la produzione di elettricità si è attestata al 35,5% registrando il primo calo dopo 10 anni. Il freno è stato provocato, secondo Legambiente, soprattutto dalla riduzione del contributo dell’idroelettrico e dal calo delle nuove installazioni: nel 2015 per il solare sono state di 305 MW (rispetto ai 13.194 MW nel biennio 2011-12) e per l’eolico di 474 MW (contro una media di 770 negli anni passati).
“È il momento di aprire una nuova fase di sviluppo delle fonti rinnovabili nel nostro Paese – ha sottolineato il Vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini –. I comuni più avanzati in questa rivoluzione dal basso dimostrano come si debba guardare a un modello energetico sempre più distribuito, pulito, innovativo. Al neo Ministro Calenda proponiamo di guardare a queste esperienze per raggiungere l’obiettivo del 50% da rinnovabili annunciato dal Premier Renzi entro la sua legislatura”.
Infatti, a causa dello “spostamento dei consumi elettrici dal settore industriale a quello civile” è inevitabile guardare con sempre maggiore convinzione alla generazione distribuita, ai microimpianti, “molte aziende già investono sul tema”, e al ridimensionamento di quelli esistenti che sono “sovradimensionati rispetto alle richieste della rete”.
Le proposte avanzate da Legambiente per raggiungere l’obiettivo del 50%, che “non è utopia” sottolinea la Eroe, sono: l’approvazione di un Piano per il clima, a cui si affianca “la liberazione dell’autoproduzione da fonti rinnovabili” (con un potenziale risparmio in bolletta per le famiglie); l’adeguamento e l’innovazione delle reti energetiche; l’introduzione di “regole semplici e trasparenti per l’approvazione di nuovi progetti da rinnovabili”, in particolare per l’eolico offshore; l’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili e l’introduzione di una carbon tax.
Al termine della presentazione sono state premiate le best practice che hanno mostrato di puntare sull’integrazione tecnologica e sulla continua evoluzione di pensiero: Val di Vizze (BZ) categoria “Comuni rinnovabili 2016”; San Lorenzo Bellizzi (CS) categoria “Buona Pratica”; e i parchi dell’Adamello, della Sila, delle Dolomiti, Naturale Paneveggio Pale di San Martino, Nazionale del Gargano per la nuova categoria “Parchi Rinnovabili”.
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