Drone 1080844 640Un comune livello di sicurezza per l’utilizzo dei droni e uno stimolo allo sviluppo di prodotti e servizi da parte degli operatori. Sono i punti al centro delle nuove norme approvate in via definitiva dal Parlamento UE che, prima di entrare in vigore, dovranno ricevere l’ok definitivo dei ministri europei.

Il regolamento è frutto della negoziazione datata novembre 2017 tra Consiglio e Parlamento europei che punta a superare le potenziali minacce per lo sviluppo del mercato provocate da localismi e nazionalismi. L’accordo provvisorio ha ricevuto 558 voti favorevoli, 71 contrari e 48 astensioni.

Le novità sui droni

Il tema è al centro dell’attenzione dell’UE: secondo la Commissione europea l’industria dei droni potrebbe rappresentare il 10% del mercato europeo dell’aviazione nei prossimi 10 anni e creare circa 150 mila posti di lavoro entro il 2050.

Secondo il nuovo regolamento l’esecutivo europeo dovrà elaborare norme più dettagliate, come l’istituzione di limiti massimi di altitudine e di distanza per il volo dei droni, e stabilire quali operazioni e tipi di droni dovranno essere certificati in base al rischio che comportano. Inoltre, stabilirà quali quadricotteri dovranno dotarsi di dispositivi supplementari per la sicurezza, come l’atterraggio automatico o i sistemi anticollisione.

Tutti gli operatori dei droni dovranno essere a conoscenza delle regole in vigore e sarà la Commissione UE a stabilire quali dovranno seguire una formazione supplementare ad esempio tramite corsi di formazione.

L’iscrizione in registri nazionali dei dispositivi che superano i 150 kg vuole facilitare l’identificazione in caso di incidente; per quelli di peso inferiore la competenza su requisiti di progettazione e sicurezza resta alle autorità nazionali.

La sicurezza aerea

Il nuovo regolamento aggiorna anche la legislazione europea sulla sicurezza aerea. Prevede, infatti, l’istituzione di un’Agenzia dell’Unione per la sicurezza aerea e punta a rafforzare la cooperazione tra l’Agenzia dell’UE per la sicurezza (AESA) e le autorità nazionale sui rischi legati al sorvolo delle aree di conflitto.


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