Negli ultimi 5 anni la Cina ha investito 277 miliardi di dollari per combattere l’inquinamento. Tra le soluzioni adottate, più o meno tradizionali, risultano la costruzione di un reattore a torio e l’acquisizione della più grande società di gestione dei rifiuti neozelandese.
Per individuare, nell’area settentrionale della Regione, le centrali elettriche che non rispettano i limiti di sicurezza, il Paese ha impiegato dei droni “poliziotto”.
Dotati di telecamere a infrarossi per individuare le emissioni dannose durante la notte, dal 16 al 27 giugno i droni hanno ispezionato le zone in provincia di Hebei e Shanxi e nella regione autonoma della Mongolia interna che vantano la peggiore qualità dell’aria a causa dell’inquinamento minerario e industriale e delle tempeste di sabbia.
Da novembre 2013 a febbraio 2014 la campagna d’indagine è proseguita nella provincia di Hebei per localizzare le fonti nocive.
I dati raccolti permetteranno di sanzionare gli inquinatori.
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